La prima uscita pubblica del nuovo CEO di Honda Motor Takahiro Hachigo sembra cogliere nel segno: il numero 1 della Casa giapponese ha riportato il focus della casa giapponese sulla tecnologia e sviluppo, mettendo in secondo piano le vendite. Quelle arriveranno di conseguenza. Se avete voglia, lo speech del discorso lo trovate qui
Era ora. Per quelli della mia generazione, le Honda erano un benchmark in termini di innovazione: la Accord era un autentico concentrato di tecnologia che i tedeschi all’epoca si sognavano. E provavano a rincorrere. Tutta colpa delle manie di grandezze dei suoi predecessori, che si erano prefissati di raddoppiare le vendite Honda dal 2012 al 2017 arrivando a sognare quota di 6 milioni di unità. Senza, almeno all’apparenza, contare sull’Europa dove il marchio giapponese vende ormai solo poco più di 10 mila vetture al mese.
Una corsa ai volumi senza successo, a vedere i 4,4 milioni di veicoli venduti alla fine dello scorso anno fiscale. E che ha fatto perdere l’attenzione su innovazione e qualità. Non è un caso che Honda sia una delle industrie automobilistiche più colpite dal caso degli airbag difettosi della Takata, con richiami di 20 milioni di vetture della Casa giapponese.
Ora Hachigo giura che l’industria giapponese riprenderà a “realize products that provide our customers with inspiring innovations and joys using unprecedented technologies“. E più divertenti da guidare. La mini roadster sportiva S660 in foto, venduta solo in Giappone, ne è un esempio. Honda tornerà a fare l’Honda. Non si può che essere felici.