Lo spirito “romantico” dell’auto resiste. Quello che ti spinge ad accendere il motore solo per il piacere di fare un giro. Per contare auto così, sono sufficienti le dita di una mano. E forse sono anche troppe. Una di queste è la Mazda MX-5.

Ho provato la nuova generazione della roadster giapponese a Barcellona e devo dire che quello spirito c’è tutto: peso “piuma” (1.000 kg), metà avanti e dietro, trazione posteriore, escursione ridotta della leva del cambio, motore che “suona” già dai 2.000 giri e soprattutto un telaio fatto su misura per disegnare insieme al guidatore ogni curva. Una moto più che un’auto. Per di più ad un prezzo accessibile a partire dai 25.300 euro e con una capote che si richiude rigorosamente a mano. Cosa volere di più?

A me piace altro e una roadster l’ho sempre trovata scomoda. Ma sono d’accordo con il collega Carlo Di Giusto di Quattroruote quando dice che oggi questo tipo di auto, “sono le vere auto da appassionato, macchine che possono essere comprese solo da chi ha davvero gli ottani nel sangue”. Il mio sangue resta ben rosso ma la MX-5 mi ha fatto tornare a 18 anni quando da neopatentato non vedevo l’ora di mettermi al volante alla ricerca delle curve vicino Roma. Lo ammetto, scendendo alla roadster giapponese ci ho fatto un pensierino. Magari rilevando quella usata del mio Socio.

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