Da qualche settimana avevo un problema al ricevitore del mio iPhone 6, così nel weekend ho finalmente deciso, dopo aver preso appuntamento sul web e fatto il mio bravo backup, di andare al nuovo Apple Store che ha appena aperto in pieno centro qui a Bruxelles (in foto).

Mi hanno fatto accomodare al Genius Bar ed entro pochi minuti un’assistente gentilissima, chiamandomi per nome, si è presa cura di me. Dopo aver verificato che il problema non poteva essere risolto con una semplice pulizia, mi ha proposto il cambio del telefono senza che io dovessi pagare nulla. Abbiamo fatto insieme il restore di tutti i dati, e mi ha perfino regalato la protezione dello schermo scusandosi per l’accaduto.

Un’esperienza fantastica, che non so perché mi è venuta in mente quando ho letto che per Volkswagen potrebbe essere più conveniente ritirare le auto equipaggiate con i motori diesel 1.2 e 1.6 Euro 5, offrendo al cliente un super incentivo all’acquisto di un’auto nuova con motore Euro 6, piuttosto che intervenire in assistenza. Il fatto che anche solo si discuta di una tale opzione, che a memoria non ha precedenti nel settore, è indicativo di quanto complessa e costosa sia la rimozione del software truffaldino, e soprattutto solleva non pochi dubbi sulla performance delle vetture coinvolte una volta effettuato l’intervento.

Non ho idea di quali potrebbero essere per Volkswagen le implicazioni economiche di una sostituzione della vettura rispetto ad una riparazione, ma istintivamente credo che potrebbe essere una buona cosa.

Paradossalmente, le due aziende hanno annunciato nello stesso giorno i risultati trimestrali: per la prima volta in 15 anni, Volkswagen ha registrato una perdita di 3 miliardi e mezzo di euro a causa dei 6.7 miliardi messi da parte per far fronte alle conseguenze del cheating; Apple ha battuto tutte le previsioni riportando profitti in rialzo del 31% a 11,12 miliardi di dollari ed un margine di profitto del 40% (quello di Volkswagen nei primi nove mesi è pari al 6.4%), mentre il direttore finanziario Luca Maestri – ex General Motors – ha rivendicato un anno record.

Così come per Volkswagen, che grazie alle joint ventures ha guadagnato quest’anno quasi 4 miliardi di euro, anche per Apple la Cina rappresenta il principale growth engine, con ricavi addirittura raddoppiati rispetto allo scorso anno.

I paragoni si fermano qui, con Apple che ha venduto quasi 50 milioni di iPhone mentre Volkswagen di macchine ne ha vendute poco più di 2 milioni. E’ indubbio che la gestione della campagna di richiamo del diesel rappresenta per il gruppo tedesco un passaggio cruciale nella storia dell’azienda: ad occhio, cogliere questa occasione per avvicinare l’esperienza di acquisto e di possesso a quella di Apple, potrebbe essere per Volkswagen una direzione interessante nello sviluppo di una nuova cultura.

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