Fine anno, a un passo dal giro di boa della serie A. Come diceva qualche tempo fa Enrico Ruggeri in uno dei suoi pezzi di maggior successo: “Il girone di andata fa posto al ritorno”. Così, a compendio del primo scorcio dell’annata, è possibile fare qualche considerazione sulle squadre che guidano provvisoriamente la classifica, partendo dall’Inter di Mancini, capolista un po’ a sorpresa.

Una compagine che si è dimostrata dalle prime giornate compatta e affidabile, facendo storcere la bocca agli esteti del calcio ma capace, nelle giocate dei singoli, di accontentare anche loro. Se fosse una vettura potrebbe essere una Jaguar: aggressiva, potente, forse non in linea con le esigenze degli appassionati di vecchia data. Ma sicuramente in grado di portare a termine confortevolmente un lungo viaggio.

Al secondo posto, altrettanto a sorpresa, si sono infilate Fiorentina e Napoli. Gli eredi del Granducato, da qualche anno a questa parte, giocano un football estetico, che rispecchia l’amore per il bello di cui una città come Firenze trasuda. Paulo Sousa ha dato continuità al lavoro di Montella e oggi i viola sembrano una bella Nissan: eccellente rapporto qualità/prezzo, bei modelli, proiezione nel futuro. Forse non parliamo del top di gamma presente sul mercato ma è sicuramente qualcosa di immediatamente prossimo.

I partenopei replicano il modello fiorentino con una maggior componente di esperienza e sicurezza nei propri mezzi. Ai piedi del Vesuvio si arriva quasi al paradosso, perché il Napoli costruito da De Laurentiis e Sarri ha i crismi di una tedesca come Audi: bella e affidabile, sicuramente adatta ad arrivare in fondo a un percorso lungo e periglioso come il campionato italiano.

In risalita dalle inusuali posizioni di retroguardia di inizio stagione, la Juventus ha riagganciato prepotentemente le prime piazze per passare il capodanno a soli tre punti dal vertice assoluto della classifica. A Torino (riva bianconera) non sono abituati a stare troppo lontani dal primo posto e, con le buone o con le cattive, alla fine volteggiano sempre da quelle parti. Dopo il periodo di rodaggio iniziale, dovuto al cambiamento dell’asse portante della squadra campione degli ultimi quattro anni, il Grand Cherokee di casa Agnelli sembra aver innestato la marcia giusta per non fermarsi più. Non è che a maggio, dopo ottantun’anni, sotto la Mole si tornerà a parlare di cinquina?

Al quinto posto si trova la Roma americana, che alla bandiera a stelle e strisce finora ha saputo rubare solo tanti sogni ma poca concretezza. Dopo un promettente avvio, il motore giallorosso si è improvvisamente ingolfato, forse danneggiato dalla corrosiva salsedine del mare di Barcellona. Brutta a vedersi, incapace di venire a capo di psicodrammi alimentati anche da un ambiente mefitico, alla Roma arrancano come una Skoda prima maniera. Nel girone di ritorno, per lei la speranza è quella di trasformarsi in una Superb che ricordi, almeno un po’, le cugine tedesche.

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