Da tempo non si fa altro che parlare di auto elettriche e mobilità sostenibile, tanti si sono buttati in questo “settore”. Ci sono case però, che zitti zitti, quatti quatti, si occupano di questo da mezzo secolo: e i risultati poi si vedono. Sto parlando di Mitsubishi, che ha iniziato la sua esperienza elettrica nel 1966, arrivando nel 1971 al suo primo veicolo a batterie. Dopo 50 anni non è quindi un caso che il suo Outlander PHEV sia stato l’ibrido plug-in più venduto in Europa nel 2015.
E’ la conferma di quanto ho sempre pensato: certi risultati non si improvvisano, ma vanno costruiti nel tempo, con una visione molto ampia, che va oltre la normale pianificazione annuale o triennale. Sono 30 mesi consecutivi che Mitsubishi vede una crescita costante delle proprie vendite, ma cosa c’è dietro e quali sono i piani?
Dietro c’è prima di tutto lo studio di “come ci muoviamo” e in Mitsubishi hanno analizzato la cosa da un diverso punto di vista: non si parla di “usare l’auto” ma di “essere mobili”. Secondo le ultime statistiche, nella vita degli italiani aumenta la mobilità di prossimità, infatti il 53,4% dei loro spostamenti si svolge in un raggio inferiore a 5 km, in crescita rispetto al 2013 (dati Isfort, Osservatorio “Audimob”). Grazie anche alle nuove tecnologie si viaggia poi meno in auto (ad esempio shopping online e voli low cost sostituiscono lunghi spostamenti in auto). Meglio quindi concentrarsi su pochi, ma efficienti modelli, per soddisfare tutte le esigenze.
Ecco quindi il secondo elemento che spiega i loro risultati: la razionalizzazione delle piattaforme dei prodotti, puntando al downsizing e alla riduzione dei pesi. Una scelta non imposta da esigenze di bilancio, ma dalla filosofia della Urban Green Mobility, che distingue tutta Mitsubishi Corporation e non solo il settore auto. Ciò si concretizza nei due modelli di punta, adatti ad ogni tipo di esigenza: i-MIEV, 100% elettrica con 50 km di autonomia, Outlander PHEV, l’ibrido plug-in che permette di coprire 50 km a zero emissioni e viaggia a una media di 42 grammi di CO2 per km, record della categoria e pari a un terzo delle emissioni medie nazionali. Senza dimenticare le batterie con l’alleanza attiva dal 2007 insieme a GS Yuasa, leader mondiale del settore.
Nei piani di medio termine l’obiettivo in Europa di Mitsubishi è chiaro: nel 2020 elettriche e ibride plug-in rappresenteranno il 20% delle vendite totali della casa giapponese (oggi valgono circa il 15%).
Insomma Mitsubishi Mistupisci … ma quando si tratta di parlare di mobilità sostenibile abbandona gli slogan e si concentra sui fatti. Bravi.
Peccato che, leggendo dove Mitsubishi ha piazzato l’Outlander, si scopra che li ha piazzati di fatto solo in Norvegia e Olanda. E per due motivi: 1-perché erano gli unici Paesi dove incentivi pesanti lo rendevano accessibile 2-era l’unico 4wd ibrido di fatto disponibile.
Aspettiamo che siano davvero sul mercato tutti gli ibridi plug-in oggi esposti a Ginevra da Bmw, Mercedes, Volvo e compagnia cantante, poi di Mitsubishi (purtroppo) non resterà traccia. Perché la i-Miev può interessare ancora solo come golf-cart.