Tina Müller è dall’agosto del 2013 a capo del marketing di Opel. L’ho intervistata per il Corriere della Sera nei giorni scorsi. Viene dal mondo della cosmetica e si vede. Ha dato una marcia in più alle campagne della casa tedesca. Particolarmente riuscita è l’Oh! associato alla nuova Corsa: sottolineare lo stupore per un’auto che di nuovo ha ben poco è stato un gioco niente male.

Insieme abbiamo parlato di car sharing. O meglio di social car sharing. Che sembra essere quello che ha bene a cuore la Müller: l’Opel CarUnity è una piattaforma tra privati dove chi ha un’auto la mette a disposizione dei vicini attraverso uno smartphone. Niente car2go, enjoy, privati con privati. “E’ un modo per ristabilire un tessuto sociale in città”, mi ha spiegato la Müller: la gente attraverso un’auto si conosce, parla e inizia ad avere una relazione (sociale). Un’auto come strumento di ricostruzione del vecchio concetto di polis. Condivisione totale. Non è male.

Tutto questo forse detto da chi quelle stesse auto come Opel le dovrebbe vendere, suona strano. La Müller ridendo però spiega che con l’arrivo della guida autonoma (sulla quale crede a occhi chiusi), l’industria per sopravvivere deve inevitabilmente cercare di vendere anche servizi di mobilità, car sharing prima di tutto. Ancora meglio se social. E brava Tina.

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