Aspettando Marchionne, martedì Exane è uscita con due analisi: una relativa al settore auto in generale, dove potrebbe scoppiare una bolla legata al leasing, ed un’altra che taglia il giudizio su FCA da neutral a underperform. La casa italoamericana in serata aveva chiuso le contrattazioni in Borsa perdendo il 6,6%, a 6,29 euro. Le ipotesi di Exane poggiano sul fatto che, dopo sette anni di espansione globale del settore auto, FCA abbia fatto troppo poco per rafforzarsi, sia in termini di strategia che di capacità di generare di cassa.
Exane crede che i margini in America del settore siano gonfiati artificialmente dalla combinazione della scarsità di veicoli usati e dai bassi tassi d’interesse. Una bolla legata all’esplosione del leasing potrebbe scoppiare poiché si aspettano che nel bienno 2016/2017 ci sarà un aumento dell’offerta di veicoli usati e questo si aggiungerà a una recessione negli States nel 2018. Bisogna anche considerare che, negli ultimi tempi, si sono allontanate le possibilità di operazioni di M&A legate a FCA, poiché tutti i potenziali attori coinvolti hanno preso le distanze da Marchionne. Inoltre negli ultimi 12 mesi FCA ha rimandato o cancellato il lancio di 12 nuovi modelli nell’area NAFTA (Nord America, Messico e Canada), fra cui Chrysler 100/200 e Dodge Dart: cancellate; Grand Cherokee: 30 mesi di ritardo, SUV medio Chrysler: 9 mesi di ritardo, Jeep C-SUV: 12 mesi, Jeep Grand Wagoneer: 6 mesi, RAM pickup: 10-12 mesi. Poiché l’85% dei margini di FCA dipendono proprio da quell’area e l’azienda è anche molto esposta in Brasile, dove la debolezza non accenna a smettere, ci sono poche possibilità per aspettare una crescita significativa della casa per il 2017.
Questo martedì. Oggi è un altro giorno e si inizia con le voci che i cinesi del gruppo GAC potrebbero essere interessati all’acquisto di una quota di maggioranza di FCA: il titolo fè salito all’inizio della mattina di ciirca +3%, forse il mercato non ci crede molto. Si legge già di tutto, questa è la versione di un analista di Akros che mi è piaciuta molto.
Eccola. FCA e GAC sono già partner nella produzione della Jeep Cherokee e Renegade in Cina. FCA conta di vendere circa 0,5 mln di auto all’anno in Cina entro il 2018, che, tradotto in ricavi sono circa 10 miliardi di euro.
GAC è il sesto produttore cinese, con 1,3 mln di auto vendute nel 2015 e una capacità produttiva di 1,6 mln di auto (di cui 320.000 legate alla Joint Venture con FCA). Sempre GAC ha JV con Honda, Toyota e Mitsubishi. Per il 2016 ci si aspetta una crescita dei ricavi più o meno del 25% y/y. Questo per dire che i numeri di GAC non sembrano essere così grandi da poter permettere uno sforzo per comprare la maggioranza di FCA, a meno che non sia supportata dal governo cinese, cosa che può anche succedere. Sicuramente ci sarebbero belle sinergie in termini di costi industriali, molto forti anche in America, dove GCA vuole assolutamente “allargarsi”.
Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: il governo americano sarebbe così felice di vedere la Cina entrare nel capitale di FCA? E ancora. Gli altri produttori di auto sarebbero così felici di avere un altro competitor cinese anche nell’automotive? Forse che tutto ciò porti Mary Barra a riconsiderare la sua posizione nei confronti di FCA oppure che qualcuno la “inviti” a ripensarci?
La Cina forse poi non è ancora così vicina. E infatti in serata è arrivata una smentita di GAC.
In estrema sintesi: nemmeno i cinesi vogliono FCA, e per favore non tiriamo in ballo Google, che con le automobili non c’entra nulla e mai c’entrerà nulla.
L’unica speranza di sopravvivenza per questo gruppo è che dopo Marchionne salga al comando un uomo di prodotto che sappia leggere le analisi di mercato e prenda decisioni di conseguenza, senza affidarsi ai soliti portaborse che stanno là soltanto per essere pagati.
La domanda da farsi è comunque: in che condizioni Marchionne lascerà FCA nel 2018, anno in cui dovrebbe andarsene?