Per gli appassionati di tennis non c’è tregua. Non è ancora ricresciuta l’erba di Wimbledon (dove non rinuncio mai ad andare, anche solo per un giorno, grazie all’invito di un vecchio amico sponsor) che già fremono i preparativi per il prossimo Grand slam degli Stati Uniti in programma ai primi di settembre.
La magnifica Flavia Pennetta, campionessa in carica, purtroppo si è ritirata, convolando a nozze lo scorso giugno con il nostro numero uno, quel pazzoide talentuoso di Fabio Fognini. Difficile che Serenona Williams si faccia sfuggire di nuovo il titolo a cui tiene di più, così come è più che probabile che Novak Djokovic voglia confermarsi campione per ribadire la sua netta supremazia, nonostante l’eliminazione a Wimbledon.
Insomma, il tennis continua a suscitare l’interesse sia maschile che femminile, e le case automobilistiche non perdono occasione per cercare di stabilire un’affinità tra un pubblico così vasto ed il loro marchio. La parte del leone (è proprio il caso di dirlo) ormai la fa Peugeot, che da quest’anno ha siglato una partnership globale con l’ATP (l’associazione dei tennisti professionisti), diventando la vettura ufficiale del tour mondiale con una fornitura di 500 courtesy cars.
“Peugeot shares tennis’ values of performance, innovation and elegance,” ha dichiarato il CEO Maxime Picat “These are the same values that we aim to share with our clients“. Peugeot, oltre ad essere presente ai tornei e sul sito dell’associazione (che viene visitato da più di 300 milioni di persone all’anno), sponsorizza giocatori importanti come Djokovic, Goffin, Ferrer, Simon, assicurando al marchio una visibilità invidiabile con una target audience qualificata. Bellissimo lo spot con un Djokovic bambino che usa il violino come una racchetta da tennis.
E le altre Case ? I tre marchi premium tedeschi, forse perché tra i maschi non ci sono al momento grandi campioni (Kohlschreiber è al 23esimo posto del ranking mentre Zverev – che molti credono russo – è al numero 27), o forse perché dedicano (Audi e BMW) ingenti risorse agli sport invernali, sono virtualmente assenti, inclusa Mercedes-Benz che per anni è stata una presenza importante. Fa eccezione Porsche, che sponsorizza un torneo WTA (l’associazione delle tenniste professioniste) a Stoccarda e la numero due del ranking, Angelique Kerber, dopo aver preso una brutta botta con la squalifica per doping della Sharapova su cui aveva investito molto.
Fossi in Luca De Meo, il boss di Seat, chiederei a Matthias Müller (sempre presente nel box della Kerber a Wimbledon: ma non aveva altro da fare) di puntare tutto sulla Muguruza, che è mezza spagnola ed è uno schianto, per il rilancio della Seat.
Il tennis potrebbe essere un’opportunità per Jaguar, da sempre alla ricerca di un territorio alternativo alle tedesche, ed in effetti dallo scorso anno Jaguar è diventata la vettura ufficiale di Wimbledon, una delle espressioni più potenti del branding britannico di successo.
Perfetto, direte voi. Peccato che al di fuori del Regno Unito lo sappiano in pochi, e che in televisione durante il torneo siano apparsi pochi banner e neanche un filmato pubblicitario. Davvero incomprensibile in termini di ‘exploitation’, soprattutto se si pensa che ancora in molti confondono i nomi dei modelli (XE, XF, XK, F-Pace), e che Murray, due volte vincitore, è scozzese.
Murray è troppo caro, avranno pensato a Coventry, ripiegando su due tennisti assai più modesti, Verdasco e Mahut (rispettivamente numero 47 e 44 del mondo), sulla cui maglietta appare la scritta Jaguar. Verdasco ha un gran rovescio e piace alle donne, Mahut è un ottimo doppista e piace agli uomini, ma Murray è un’altra cosa. Così sono soldi buttati.
Kia ha rinnovato la sponsorizzazione degli Australian Open fino al 2018. È dal 2002 che, subentrando a Ford, i coreani supportano il primo slam dell’anno con varie attività ed una fornitura di un centinaio di mezzi per un costo totale stimato intorno ai 50 milioni di dollari. Il loro ‘global brand ambassador’ è nientepopodimeno che Rafa Nadal.
Lexus in passato aveva sfiorato una clamorosa ‘lifetime sponsorship’ del mitico Federer, per poi finire sulla spalla di Andy Roddick, ed oggi sponsorizza la Radwanska, numero 4 del ranking. Tuttavia sembra più un’iniziativa della filiale polacca che una strategia di respiro mondiale.
Infine Chrysler, che sponsorizza il ‘newcomer’ americano Steve Johnson, da poco entrato nei primi trenta del mondo vincendo il suo primo titolo ATP a Nottingham, l’ultimo torneo di preparazione a Wimbledon. Altri soldi buttati.