Il mercato auto europeo ha chiuso il 2016 in buona salute, con quasi un più 7%. In Italia la crescita più del triplo e un amico che non sa nulla di macchine (le compra soltanto) mi chiede a bruciapelo: “Come mai si vendono tante auto proprio da noi?”. “Mah”, rispondo da uno che in teoria dovrebbe sapere di macchine (e non le compra), “forse perché siamo un Paese in cui l’auto conta ancora come oggetto. Forse perché le banche danno zero interessi e traballano, tante vale spendere un po’ di soldi che sotto il materasso non entrano. Forse perché noi giornalisti parliamo sempre di crisi e la gente fa come gli americani: i giornalisti sono tutti contro Trump e lui vince”.

Gli esperti veri prevedono per il 2017 un mercato auto in leggera discesa, qui ne sono citati diversi su Automotive News Europe. La fiducia è una leva importante nei consumi e credo che la prossima tornata elettorale in Francia, Germania e forse in Italia potrebbe minare o far vacillare questa leva. Oggi le borse vanno, ma la volatilità è pazzesca. E domani il bazooka di Draghi dovrebbe avere sempre meno munizioni.

In Europa le elezioni non dovrebbero darci un Trump che, come negli Stati Uniti, minaccia i costruttori in nome di populismo e protezionismo. Ma nuova incertezza politica sì, cosa che in genere non farbene né all’economia né al mercato. Senza dimenticare che la Turchia, dove sono presenti molti produttori stranieri a cominciare dalla Fiat, sta vivendo una situazione tragica, con 40 attentati negli ultimi due anni e 562 vittime. E che il terrorismo riguarda da vicino tutto noi.

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