Il suv della Ferrari è una questione aperta, almeno nel nostro ambiente. Sia perché i mercati mondiali delle quattro ruote vanno ormai a tutto suv, sia perché in ballo c’è la storia di un marchio prezioso, che va oltre i confini di Maranello e dell’automobile. Il suv Ferrari si farà? Se Marchionne avesse ancora qualche dubbio, l’arrivo della Lamborghini Urus dovrebbe spazzare via ogni resistenza. Pena per il Cavallino restare indietro, ma proprio indietro.
Il suv della Ferrari, Marchionne è maestro nel piroettare su se stesso, nel bene e nel male. È passato da parole come “imbastardirebbe il dna”, “mi dovete uccidere prima” a “ probabilmente accadrà” e secondo un non meglio precisato “Ferrari style”. Sempre piroettando, il futuro del suv made in Maranello ha per ora una data lontana, non prima del 2022.
Ma è roba da calendario dell’avvento, detta in una conference call agli analisti nell’estate scorsa. Fra allora e adesso è successo un fatto: la presentazione al mercato – dopo ben sei anni di gestazione – della Lamborghini Urus, un suv da 650 cavalli, motore biturbo (il primo) V8 4.0. Fatto in Emilia Romagna con i soldi dei tedeschi del gruppo Volkswagen, proprietari del marchio.
Il futuro suv della Ferrari dista appena 35 chilometri da Urus, ma anni luce dal punto di vista produttivo. Ai tempi del digitale, tanto vale un quinquennio se davvero a Maranello il suv vedrà il giorno non prima del 2022.
E i 35 chilometri di distanza sono apparsi addirittura molti di più a chi è stato alla première della Lamborghini Urus lo scorso 4 dicembre e alla grande festa dei 70 anni della Ferrari nel settembre scorso.
A Sant’Agata, mi è stato raccontato, si è parlato in italiano ed è stato anche un po’ italiano il pasticcio che ha mandato in tilt il sistema informatico della presentazione, nonostante i precisi tedeschi alle spalle. A Maranello la festa è stata cantata invece in inglese mentre sono stati lasciati meccanicamente fuori la porta gente che nella storia del marchio hanno contato, come Luca Cordero di Montezemolo. Persona con cui non ho mai avuto nulla da condividere, ma perché – come si dice – non dare a Luca quel che è di Luca?
Se il suv della Ferrari si farà, più poi che prima, sarà comunque un bene: i mercati lo aspettano e dunque porterà più lavoro. Come è previsto alla Lamborghini con Urus, dove parlano di raddoppio di produzione e di nuove assunzioni. Però, che lezione.
Se un suv è proprio inevitabile, cosa che personalmente non credo, spero sia sulla falsariga dell’Italdesign Parcour (come speravo fosse questo Urus). Non trovo indispensabile un suv Ferrari perché il marchio, contrariamente a Lamborghini, non necessita di un modello “popolare” con i cui utili finanziare le super-sportive (come è avvenuto in Porsche con l’eccellente operazione Cayenne). Per questa ragione trovo più consono per il Cavallino Rampante seguire i rivali in un segmento dai numeri esigui ma dai margini elevati: mi riferisco a hyper-car come Mercedes-Amg Project One, Aston Martin-RB Valkyrie e la futura McLaren BP23.
P.S. Mi fanno molto piacere le assunzioni nel rinnovato impianto Lamborghini, meno i soldi “donati” dallo Stato italiano a VW (comunque risibili in confronto agli storici aiuti pro-Fiat) per vederle realizzate, come se fosse realmente ipotizzabile costruire un Lambo fuori dall’Italia.