E così il Salone dell’auto di Bologna, più noto come Motor Show, se ne va dalla sua città, abbandonando il calendario di dicembre per approdare a Modena in maggio. Tutto dal 2019. I motivi sono diversi. Crisi della forma salone anche se il Motor Show non è mai stato un salone classico, riduzione dei budget da parte dei costruttori, la rivoluzione internet: perché pagare per visitare una esposizione di auto e moto quando virtualmente e gratuitamente ho tutto, video con dettagli compresi?

Il Motor Show è sempre stata l’eccezione che conferma oggi la regola: e sembra di capire che sia ormai un’altra la percezione dell’automobile – meno passione, più pensiero –  mentre come online non si vogliono più spendere soldi per “vedere”. Basta un click.

A Modena si presume che il tempo migliore di primavera permetta al Motor Show di svolgersi all’aperto, anche se da molti anni il dicembre di Bologna non è più freddo come una volta. Si dice cambiamento climatico, per il quale l’automobile ha notoriamente la sua parte di colpa.

A Detroit hanno avuto la stessa idea, prima dei “bolognesi”. A dirla tutta, ancora prima e nel loro piccolo l’hanno pensata così al Parco Valentino di Torino: esposizione sotto il cielo nel verde e accesso gratuito. Qui funziona.

Nella capitale dell’auto statunitense il Motor Show sarà spostato da gennaio a giugno nel 2020, causa crisi di pubblico e di investimenti da parte dei costruttori, puntando molto sull’open air e addirittura sognando i fasti di Goodwood..

Certo, i perfidi inglesi non li eguaglia più nessuno, noi portiamo l’evento nella Motor Valley italiana, gli americani restano nel selfie sbiadito di Motown. L’aria che tira? Un Salone non fa primavera. Il dubbio mi resta.

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