Che c’entrano Salvini e Fiat Chrysler, che c’entrano viene da dire sotto l’ombrellone (per chi ci sta), ma da oggi una cosa in comune ce l’hanno. Anche se il ministro degli Interni in 14 mesi di governo di un solo argomento non si è mai occupato: di Fiat Chrysler, società diventata americana con sede fiscale a Londra e legale ad Amsterdam, a un bivio molto cruciale se almeno da quattro anni cerca pubblicamente un partner senza trovarlo. Tema che tuttavia non porta consenso politico, per cui sono affari di Famiglia e basta.

Eppure ora Salvini e Fiat Chrysler sono accomunati dall’ultima mossa che i due hanno fatto. All’improvviso, forte, spiazzante ma per la quale sono rimasti spiazzati. Non capita tutti i giorni.

Salvini ha aperto la crisi di governo senza avere un piano B. O meglio: se l’avesse avuto, Conte l’ha cancellato in Senato. Il tempo davanti a noi dirà.

Come Fiat Chrysler: che ha aperto a sorpresa a una alleanza con Renault senza avere un piano B. O meglio: se l’avesse avuto, Macron l’ha cancellato a Parigi. Il tempo davanti a noi dirà.

Ma in politica – politica politica e politica industriale – non avere un piano B è peccato capitale. Come ammoniva Sun-Tzu:” I guerrieri vittoriosi prima vincono e poi vanno in guerra, mentre i guerrieri sconfitti prima vanno in guerra e poi cercano di vincere”.

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