Uno spot Volvo che sta passando in questi giorni in tv dice molto più di quel che vende. Fatto raro nella massa di messaggi pubblicitari che tendiamo a dimenticare, spesso per mancanza di originalità o anche solo per difenderci. Questo parla di sicurezza e allora attenzione, attenzione e attenzione.
Lo spot si può rivedere qui: una mamma e un papà alle prese con figli piccoli, fatiche quotidiane che sembrano non poter finire mai, corri qua e corri là, finché viene il momento di mettersi al volante (la mamma, in questo caso) perché la vita prosegue. La stanchezza, però, fa perdere per un istante il controllo dell’auto, che si avvicina pericolosamente alla carreggiata opposta: il sistema di mantenimento della corsia attivo riporta automaticamente auto e mamma all’interno della propria, mentre poco più in là un Tir incrocia a tutta velocità.
Claim e modello pubblicizzato vedeteli da soli, il tema è forte: la tecnologia sviluppata per la guida autonoma, raccontata troppo spesso come fantascienza e business di un futuro nebuloso, viene qui narrata in un dettaglio che funziona già adesso. L’elettronica che salva la vita, con un sistema diffuso su modelli di diversa fascia di prezzo.
La differenza sta nell’efficacia del messaggio di Volvo, per forma (il linguaggio) e contenuto (il quotidiano). Forse perché il marchio ha sempre fatto della sicurezza stradale la propria storia migliore. E lo ha continuato a fare anche dopo essere stata comprata giusto dieci anni fa dai cinesi di Geely, che hanno messo un sacco di soldi rispettando la cultura degli svedesi e anzi aiutandoli a recuperare la loro identità.
Il risultato è pubblico: vendite, fatturato e addetti di Volvo sono quasi raddoppiati dal 2010. E oggi la sicurezza delle loro auto passa anche per uno spot comprensibile a tutti.
lo spot è molto bello. Le auto molto meno.