Tenete a mente: AOL è Tesla, Time Warner è la General Motors. Siamo nel gennaio del 2000, alla vigilia della bolla di Internet, quando viene annunciata la più grande fusione della storia fino a quel momento: il colosso dei media Time Warner e il gigante internet American OnLine si uniscono in un’unica compagnia. AOL aveva valutazioni stratosferiche pur avendo utili ridicoli, mentre Time Warner, il vero gigante, aveva valutazioni contenute. Bene, il primo si era mangiato il secondo. Il matrimonio si fece e vissero felici e contenti per poco perché divorziarono dopo pochi anni. Ma questo non importa.
Cosa fa venire in mente questa storia? Christopher Bloomstran, gestore di Semper Augustus Investments e autorevole analista finanziario americano, scrive su Twitter che qualcosa di molto simile potrebbe succedere nell’automotive dei nostri giorni. AOL è la Tesla di oggi: valutazioni altissime anche se pochi utili e una produzione limitata. Time Warner è General Motors, un’azienda con produzione di massa ma utili ridotti, sia per il Covid che per le difficoltà del settore auto legate al passaggio all’elettrico. Di conseguenza valutazioni molto basse.
Tesla capitalizza circa 650 miliardi di dollari, Gm circa 65. Dieci a uno. Tante le motivazioni che spiegano numeri del genere. Per Tesla conta il fatto che il mercato vive di aspettative ed Elon Musk è stato bravissimo ad alimentarle e a trasformare un produttore di auto elettriche in qualcosa di molto più ampio con attività come software e batterie. Dal 21 dicembre Tesla sarà anche inclusa nell’S&P 500, l’indice americano per eccellenza e questo porterà altri benefici alla Casa di Palo Alto, il cui titolo da inizio anno è già decollato del 640%.
Ma ciò di cui ha bisogno Musk per realizzare tutti i suoi progetti è il denaro, e in cassa ce n’è poco. Martedì 8 dicembre è stato annunciato un aumento di capitale da 5 miliardi di dollari, il secondo in tre mesi. I nuovi stabilimenti in Germania e in Texas costano molto e il piano presentato in occasione dell’ultimo incontro pubblico prevede investimenti ingenti. Chissà se i due aumenti di capitale basteranno.
Dall’altro lato c’è Gm, azienda che ha già svoltato al 100% sull’elettrico senza passare dall’ibrido. Ha convertito un impianto storico di Detroit in “Factory Zero” per la produzione di veicoli a zero emissioni, è molto avanti nella guida autonoma (sembra sia messa meglio anche di Tesla) da quando ha stretto una partnership con Cruise e, non ultimo, è entrata nel business assicurativo con l’accordo con OnStar Insurance. Aspetto non secondario, specialmente se si pensa ad auto connesse e a guida autonoma.
E allora? Bloomstran sembra non avere dubbi. Elon Musk chiede la mano di Mary Barra. Il sudafricano ha buone prospettive, al momento è un po’ squattrinato e non può pagare per le nozze in contanti, ma potrebbe mettere sul piatto le azioni della nuova compagnia che nascerebbe, portando una dote enorme. L’ipotesi di Bloomstran è che Musk possa offrire un premio del 100% per Gm, che raddoppierebbe in un lampo la capitalizzazione di mercato. La nuova Tesla Gm Motors avrebbe – in questa non troppo fantasiosa ipotesi – un valore teorico di partenza pari a 650 più 130, per un totale di 780 miliardi di dollari.
Gli azionisti di Gm avrebbero istantaneamente un premio del 100%, mentre Elon rimarrebbe il principale azionista con circa il 15%. Naturalmente le sinergie che potrebbero svilupparsi tra le due aziende sono enormi e tutti i rivali dovrebbero tremare per davvero. In questo modo, tra l’altro, Elon avrebbe probabilmente più tempo a disposizione per dedicarsi al suo vero sogno: andare su Marte.
Ma cosa farebbe Mary se ricevesse una proposta del genere? Lei ha risposto picche alle avances di Sergio Marchionne qualche anno fa, ma potrebbe cedere al fascino del cow boy che si presenta al banchetto nuziale con le bisacce del cavallo piene di azioni Tesla. Doppia tentazione per Mary: da un lato guadagnare molto e dall’altro accelerare il passaggio di Gm verso le nuove frontiere della mobilità.
Già pronto anche il nome di chi potrebbe celebrare il matrimonio: Kamala Harris, amica di Mary e a tutta a favore della mobilità sostenibile. Speriamo solo che per il nome del primo figlio non si rivolgano agli stessi consulenti che hanno partorito Stellantis.