La guida autonoma resta un rompicapo per quei costruttori – a partire da Tesla – che ci stanno mettendo testa e soldi a palate. Ricevo almeno una decina di storie al giorno sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma nessuna che mi aiuti a pensare che il self driving abbia fatto passi decisivi. Peccato, perché il grande obiettivo sociale della sostituzione al volante dell’essere umano con un robot è lo “zero incidenti”, oltre naturalmente che essere un prossimo business miliardario per chi riuscirà per primo.

Tesla è più avanti dei rivali nella guida autonoma, mi ha sussurrato una volta un concorrente, anche se Elon Musk gestisce la comunicazione della cosa a modo suo: il mio Full Self Driving funziona. Non è vero, e ogni anno che ne vanta l’ok definitivo, Tesla viene indagata dall’Nhtsa per incidenti causati dal sistema o da un suo incorretto utilizzo.

Tesla non è il solo costruttore a essere nel giusto mirino dell’ente federale della sicurezza stradale statunitense. Oggi è tornato sotto inchiesta Waymo, la divisione di Google che ha iniziato per prima la sperimentazione più o meno 15 anni fa. Come resta in sospeso la licenza di Cruise, la divisione di Gm, dopo alcuni incidenti, mentre Uber se ne è addirittura liberata cedendo la propria attività. In questo quadro, è intelligente la scelta di Renault di sterzare più sullo sviluppo del sistema per il trasporto pubblico invece che sull’auto privata (“non una priorità a breve termine”), lavorando per il commerciale con i cinesi di WeRide.

Tesla è pure al centro di uno strano caso.

Luminar, una società di Orlando quotata al Nasdaq con clienti come Volvo e Mercedes, ha rivelato la settimana scorso che Tesla ha acquistato da loro nel primo trimestre un migliaio di lidar, acronimo di sensori che identificano lo strumento di telerilevamento degli oggetti con impulso laser. Utilizzati da quasi tutti nella sperimentazione della guida autonoma, ma non da Tesla. Valore dell’operazione, secondo Luminar, 2,1 milioni di dollari.

Conversione a U di Tesla? Elon Musk si è sempre detto contrario ai lidar, definiti negativamente in vario modo tra cui “missione folle”, puntando sul’uso di telecamere ad alta definizione. Meno costose – diciamo in un rapporto di 1 a 10 – e ritenute più precise.

Ora, i casi sono due o forse uno. Tesla e Musk sanno che anche i prezzi dei lidar, come di tutte le tecnologie, si stanno abbassando e che l’intelligenza artificiale ne migliora le capacità. Musk li ha comprati, ma nessuno ha detto che li userà in produzione. Più probabilmente serviranno per un training delle sue auto elettriche, pratica empirica quando si scarta una tecnologia per un’altra. Con le difficoltà che Tesla sta avendo nella guida autonoma, ci potrebbe stare. Senza rimangiarsi no lidar, no self driving.

Che poi Luminar abbia diffuso la notizia (non commentata da Tesla) ci sta pure. La società ha contestualmente presentato una trimestrale non granché, in linea con l’andamento del titolo in Borsa. Farsi un po’ di pubblicità agganciandosi a Tesla può aiutare a Wall Street. Un selfie e via.

@fpatfpat

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