Salone chiama Salone. Ha quasi dell’incredibile quanto successo alcune ore fa al Motor Show di Bologna. In una affollata conferenza stampa, la rassegna bolognese ha lanciato il ritorno del Salone dell’Auto di Torino. Il nome corretto è Salone & Gran Premio Valentino e andrà in scena dall’11 al 14 giugno 2015. La cadenza, almeno all’inizio, sarà biennale. Le altre informazioni le ho scritte qui sul Corriere della Sera.

Nessuna concorrenza con il Motor Show: la rassegna bolognese resterà improntata “al circo” (copyright del patron Giada Michetti) dei motori con spettacoli musicali e altro. Torino punterà invece su auto storiche, concept, fuoriserie, innovazione e design. Le differenze non finiscono qui: il Salone torinese si svolgerà tutto all’aperto in città cercando di coinvolgere, secondo le intenzioni degli organizzatori, circa 300 mila persone con apertura da after hours fino alle 24 ed ingresso gratuito.

Che dire, auguri. Tanto più se finalmente l’esposizione di Torino è riuscita a fare sistema, almeno localmente, coinvolgendo anche Politecnico, IED (Istituto Europeo del Design), Museo Storico dell’Automobile, oltre che Pininfarina e altri carrozzieri dell’area torinese.

Ma c’è spazio in Italia per l’ennesimo Salone? Bologna tira la volata a Torino per tarpare le ali a Milano, altro Salone previsto in contemporanea con Bologna e poi rinviato al 2015? Guerriglia da localismo? O sarebbe forse meglio fare massa critica e puntare su un unico evento itinerante in grado di attirare anche un pubblico internazionale?

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