Controlli più accurati sui richiami e maggiori incentivi per elettriche e auto a gas. La proposta di bilancio varata da Obama lunedì scorso comprende investimenti e iniziative coraggiose nel campo dell’auto, da parte di un presidente che ha deciso di chiudere il suo mandato con una volata interventista.

Sicurezza stradale al primo punto. L’agenzia governativa che la amministra, la NHTSA, è da anni fiaccata dalla strategia più antica e più efficace contro l’intervento statale nel settore privato: il definanziamento. Le risorse che le sono destinate sono state limate a tal punto da renderla totalmente inefficace, come si è visto in occasione delle campagne più clamorose degli ultimi anni: l’acceleratore difettoso delle Toyota o l’airbag assassino della Tanaka.

Obama chiede di rimediare, triplicando la somma da stanziare per la sezione della NHTSA che si occupa di indagare i difetti: dagli attuali 9,7 milioni di dollari odierni a 31,3 milioni. Più ingegneri, più programmatori ed analisti dei dati, più investigatori in arrivo per l’agenzia, nel tentativo di restituirle la funzione di anticipare le campagne, e non doversi limitare ad amministrare il negoziato per i richiami.

E poi l’elettrico e le auto alternative. Il prossimo debutto della Tesla Model III (2017), unito al ritocco in basso del prezzo della Chevy Volt (nella foto) e all’arrivo della Bolt, promette di allargare l’offerta dell’auto elettrica sotto la fascia di prezzo dei 35.000 dollari, che gli analisti definiscono critica per la decisione di acquisto. Se l’incentivo di 7.500 dollari, oggi formulato come uno sconto sulla dichiarazione delle tasse a fine anno, dovesse salire a 10.000 dollari come propone Obama, e se la cifra fosse offerta non come credito ma come vero e proprio rebate in concessionaria, la spinta potrebbe rivalersi risolutiva.

Chi paga però i costi di questi investimenti pubblici? Qui il presidente sta purtroppo mostrando il fiato corto. Un manipolo di legislatori bipartisan ha rotto il muro di gomma che da decenni impedisce di alzare le accise sulla benzina, che oggi ammontano all’equivalente di 9 centesimi di euro al litro. Chiedono un rincaro di 3 centesimi al litro e l’indicizzazione futura all’inflazione. Cifre che confrontate con quelle imposte all’estero fanno venire la voglia fulminante di fare le valige e trasferirsi nel nuovomondo. Cifre che oltre a finanziare la NHTSA, servirebbero a ricostruire strade e ponti pericolanti, che abbondano nel paese. Ma su questo punto Obama tentenna, e probabilmente passerà il testimone al suo successore. La misura è vista come un attacco alla middle class, che è la bandiera con la quale il presidente sta combattendo le sue ultime battaglie su fisco e servizi sociali, e Obama non vorrebbe essere accusato di un ingiurioso voltafaccia.

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