Nuova Audi A4, quel che manca

Nei giorni scorsi ho provato la nuova Audi A4. Nulla da dire. Non le manca nulla. C’è anche un dispositivo che in molti in città sarebbero disposti a pagare oro, l’adaptive cruise control (ACC) stop&go, che consente in caso di traffico di lasciare i comandi all’auto: la nuova Audi A4 seguirà il flusso veicolare ed eviterà da sola eventuali ostacoli frenando o, se c’è spazio, cambiando anche corsia. Il tutto si attiva con un semplice pulsante rosso sulle leve del volante. Alle lunghe code ci pensa l’auto. Non l’ho potuto provare, ma ho (ancora) fiducia nella casa tedesca.

A dire la verità qualcosa però manca: per ora non è prevista alcuna versione ibrida. Una scelta che fa a pugni con quanto raccontato da Scott Keogh, presidente Audi America, allo scorso Auto Show di Los Angeles: “Entro 10 anni, ogni modello della gamma sarà ibridizzato”. Dove con il termine ibrido nella casa tedesca si intende quello plug-in ovvero con batterie ricaricabili, oltre che in moto come nel sistema più tradizionale, anche a una presa di corrente o a una colonnina. Un sistema già visto a bordo della A3 che presto arriverà sulla Q7 e su tutti i modelli più grandi. Berline o suv che siano. Dalla A5 in su. In sostanza, ovunque tranne che sulla A4. Auto che tra le altre cose usa la piattaforma MLB, la stessa dei modelli superiori e già predisposta per la tecnologia ibrida plug-in.

Ripeto, scelta anomala ma che Audi modificherà presto almeno a sentire le parole del management italiano. Magari pensando anche ad altro abbinamento per i motori elettrici: il 3.0 TDI della Q7 sembra anacronistico. Negli Stati Uniti, ancora scottati dal dieselgate, venderà poco o nulla. Così come in Cina dove i motori a gasolio non sono mai stati tanto amati. Figuriamoci ora. Per l’Europa poi, il 3.0 TDI sembra eccessive su una Q7 figuriamoci su una A4. E la palla passa ora a Audi.