É delle scorse ore la notizia che Faraday Future, la chiacchierata azienda recentemente apparsa sulla scena dei produttori di veicoli elettrici, ha ufficialmente iniziato la costruzione della sua prima fabbrica in Nevada. La startup fondata nel 2014 e supportata in larga parte da capitali cinesi – il backer principale è Jia Yueting, fondatore dell’azienda hi-tech LeEco, definita da alcuni “il Netflix cinese”- è venuta alla ribalta nell’ultimo anno per il basso profilo tenuto (non si sa ancora con certezza chi sia il CEO), comportamento che ha spesso suscitato forte curiosità nei media, unito ad una lunga serie di assunzioni mirate, prendendo figure competenti da altre aziende automobilistiche (Tesla, BMW, Audi, persino Apple).
Un po’ di luce è stata fatta al CES 2016 di gennaio, con la presentazione della concept FFZERO1, una monoposto spiccatamente sportiva, idealmente spinta da un insieme di motori elettrici con una potenza di 750 kW, l’equivalente di oltre 1.000 cavalli, che ha però deluso la gran quantità di persone che aspettava invece una degna rivale della Model S. Auto che arriverà ma in seguito (si sa che è nei loro piani sin dall’inizio). D’altronde la stessa Tesla ha fatto un percorso simile.
In questi ultimi mesi la società, forse in parte proprio per le aspettative che non sono riusciti a concretizzare, ha avuto un cammino in salita, che si è tradotto in un brutto periodo pure per l’azienda cinese che la sostiene. Qualche esempio: nonostante un accordo di LeEco con Aston Martin, per accelerare lo sviluppo della versione elettrica della Rapide, sono purtroppo venute alla luce le prime voci, diffuse da ex-dirigenti, di una crescente disorganizzazione interna, accentuata dall’abbandono di Porter Harris, progettista delle batterie e dei powertrain elettrici, avvenuto proprio in concomitanza con il lancio del loro prototipo.
Queste voci han preoccupato non poco gli amministratori dello stato ospitante la futura fabbrica, fino a costringere Faraday Future a comprare obbligazioni statali per dare una garanzia di serietà sull’investimento di un miliardo di dollari da loro previsto.
Fatto sta che il loro stabilimento diventa così il secondo complesso di questo genere costruito nel Nevada, dopo l’oramai famosa Gigafactory di Tesla; per garantirsi queste opportunità economiche, lo stato ha concesso alle due aziende ingenti benefici, in parte anche fiscali (si parla di crediti complessivi per più di un miliardo di dollari). D’altronde per il Nevada, il cui territorio è prevalentemente brullo (meno dell’1% della superficie è coltivabile), è difficile lasciarsi sfuggire queste occasioni di far crescere la propria economia, principalmente basata sul turismo (Las Vegas e Reno) e sulle estrazioni minerarie.
Chissà se in futuro quella che può sembrare una landa deserta avrà le potenzialità per divenire una novella Silicon Valley dei veicoli elettrici.
[…] guida autonoma. LeSEE, dell’azienda tech cinese LeEco, il cui fondatore è anche finanziatore di Faraday Future. Al momento LeEco Ltd è presente solo sui mercati asiatici, prossima al debutto in India e […]