“Auto elettriche è l’anno della svolta”. L’ha dichiarato il dg dell’Enel, Francesco Starace annunciando il via al piano di installazione di 12.000 colonnine di ricarica in tutta Italia. Io però non sono così ottimista, anzi. Guardando ai dati di vendita mondiali del 2016 (777.497 veicoli con la spina, il 41% in più del 2015, +72% rispetto al 2014) si può notare come l’elettrico sia spaccato in tre mondi.

Gli Usa, con la retromarcia inserita, l’Europa, in folle, e la Cina con l’acceleratore, per il momento, tutto giù.

Nel 2016 gli Stati Uniti hanno raggiunto il traguardo dei 500.000 veicoli ricaricabili in circolazione. E’ avvenuto a fine novembre, un maxi ritardo rispetto ai propositi di Obama che puntava al milione entro il 2015.

138.000 veicoli, il 37% in più rispetto all’anno precedente, metà dei quali venduti in California. La più venduta è la Tesla Model S, seguita dalla Model X e dalla Ford Fusion Energi (PHEV), in attesa del “boost” della Model 3 e della Chevrolet Bolt, che tra l’altro è stata eletta auto dell’anno in Usa, pochi giorni prima dell’insediamento di Trump.

La Chevy Bolt costerà 30.000 dollari, beneficiando del tax-credit di 7.500 dollari dollari che il neo presidente ha già messo nel mirino e, secondo quanto dichiarato, proporrà al Congresso di eliminare.

In Europa, a sorpresa, si sono vendute più auto ricaricabili che negli Stati Uniti: 222.619. Buona parte sono vendute in Norvegia (45.000, +22.8%) e Francia (34.000, +28%), dove ci sono incentivi in vigore, il che bilancia i cali di Germania (-7.7%) e Italia (-5.5%).

La più venduta è la piccola Renault Zoe, che supera la Mitsubishi Outlander PHEV e la Nissan Leaf. Va comunque sottolineato come a dicembre, le immatricolazioni Ue+Efta delle vetture ricaricabili siano calate dell’11%.

La Cina invece è un caso a parte. Inquinatissima, da qualche anno ha iniziato a spingere sull’elettrico con finanziamenti di miliardi di dollari ai costruttori locali per mettere sul mercato veicoli elettrici a basso costo. E i risultati si vedono. Il 46% delle auto elettriche vendute nel mondo sono immatricolate in Cina, che detiene pure la percentuale di produzione maggiore, 43%.  402.000 nel 2016, il 60% in più rispetto all’anno precedente, con l’obiettivo di arrivare a 5 milioni entro il 2020.

L’auto elettrica più venduta sul mercato cinese si chiama Chery EQ, una sorta di Panda locale con le batterie. Viene venduta a un prezzo di 60.000 yuan, 8.655 dollari al cambio, con un sussidio statale che sfiora il 50% del prezzo. La Tesla sta in ventesima posizione, con 7.548 vetture vendute, visto il costo esorbitante post tasse che raddoppia (una Model X supera i 260.000 dollari).

Va comunque detto che, complici alcuni abusi dei sussidi statali, il governo cinese sta via via diminuendo gli aiuti, puntando sul fatto che ormai, i costruttori hanno raggiunto economie di scala nella produzione di auto a batteria, per cui i prezzi finali dovranno per forza scendere.

Cosa dimostra tutto ciò? Dove ci sono i sussidi le auto elettriche, senza numeri strabilianti, si vendono. Non mi pare il caso dell’Italia, nonostante il buon avvio di gennaio, e nemmeno di buona parte dell’Europa.

Nonostante la nuova normativa Ue che impone una colonnina di ricarica in ogni nuova o ristrutturata abitazione a partire dal 2018 , la svolta elettrica, per citare Trump, “It has still got far to go”, anche dopo la folgorazione di Renzi sulla via della Silicon Valley, come ci ha raccontato il nipote di Rameau.

(i dati comprendono anche le PHEV)

Lascia un commento