Basta poco per capire come va il mercato auto Europa, chi vince e chi perde. Negli ultimi anni si sono delineati 4 raggruppamenti di marchi tra loro molto diversi, ma assai omogenei al loro interno per volumi di vendita, ragioni d’acquisto, strategie commerciali. Si tratta in tutto di 14 marchi, che insieme valgono l’80% del mercato.

1) Das Auto. Volkswagen fa corsa a sé, è  il marchio leader, cerniera ideale tra premium e non-premium. Una crescita formidabile, grazie a continui investimenti sul prodotto ed a una politica assai più aggressiva che nel passato. Oggi vale da solo il 12-13% del mercato, ma l’impressione è che abbia raggiunto i limiti del suo potenziale, anche a causa del rallentamento della domanda in Germania.

2) The Bleeding Followers. Ben distanziato viene il gruppo degli inseguitori, formato dai sei marchi generalisti Peugeot, Citroën, Renault, Ford, Opel, Fiat, che negli ultimi anni si sono dissanguati cercando di resistere a Volkswagen. A seconda del rinnovo della gamma prodotti, fanno ciascuno il 5-6% del mercato, ma nel complesso il loro calo è costante ed irreversibile, ragion per cui i più deboli – Fiat e Citroën – saranno espulsi dal gruppo, o saranno loro stessi a fuggire, cercando nel mercato una nicchia più sicura.

3) La banda dei Quattro. A seguire un altro gruppo di quattro marchi, Toyota, Nissan, Skoda e Hyundai, che vale circa il 15% del mercato. Sono marchi solidi, che hanno ambizioni di crescita moderate e un dimensionamento equilibrato. Fanno ciascuno più o meno il 4% di quota, e non sono disposti ad inseguire volumi a qualsiasi costo.

4) Deutschland uber alles. Ultimo ma certamente non per ultimo,  viene il gruppo dei tre marchi ‘premium’ tedeschi, Audi, Bmw, Mercedes, ormai  stabilmente tra i ‘Top Ten’. Valgono ciascuno circa il 5% del mercato, ma in termini di fatturato assai di più. Da qui a fine decade continueranno a crescere, togliendo ulteriore spazio ai generalisti.

Fuori da queste quattro zone si muovono infine due outsider, Dacia e Kia. Un consiglio? Attenti a quei due.

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