Auto che guida da sola: puristi e appassionati la bollano come la fine di una passione. Eppure a guardare gli ultimi dati dell’NHTSA, l’ente degli Stati Uniti che si occupa della sicurezza nelle strade, forse ce ne sarebbe bisogno: in ogni istante 660.000 automobilisti americani alla guida sono distratti da altre cose. Le solite. Parlare al telefono (1 su 2 risponde al telefono mentre guida), mandare sms, email e tweet, … In Italia forse sono ancora di più. Provate a mettervi a un quasiasi incrocio nel centro città e contate …

Mi tornano in mente le parole di Wolfgang Dürheimer, membro del Board Audi e a capo della ricerca e sviluppo, quando a gennaio mi ha presentato al CES di Las Vegas, una A6 station wagon a guida pilotata (le impressioni della giornata, tratte dal numero di marzo di Panoramauto, le trovate qui sotto): “Vogliamo offrire un’alternativa quando nel traffico, guidare è noioso, stressante e poco sicuro: l’obiettivo è di affidare all’elettronica queste situazioni e lasciare al guidatore il divertimento di tutte le altre. E’ un copilota attivabile in caso di necessità più che un vero sostituto alla guida”.

Come dire: vuoi telefonare (perché oggi ancora in molti non usano il Bluetooth?), mandare un messaggio o una mail, lascia per qualche secondo il volante all’auto. La tua sicurezza e quella degli altri ci guadagna. Non me ne vorranno i puristi del volante ma non sembra proprio la fine dell’amato mondo su quattroruote.

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Audi A6 a guida pilotata - CES 2013
Audi A6 a guida pilotata – CES 2013

Il futuro è targato 007. Un numero, una garanzia. Se poi, come fosse un sottotitolo, c’è la scritta “autonomous vehicle”, veicolo a guida autonoma, il cerchio si chiude. Non è un set cinematografico quello che ci attende fuori del nostro albergo di Las Vegas, bensì, nascosta dietro le sembianze di una “normale” Audi A6 Avant, un’auto a “guida pilotata”, come la definiscono i tedeschi, la prima di un’industria automobilistica ad aver il permesso di viaggiare in Nevada senza l’ausilio del conducente (le altre 6 “autorizzate” sono le vetture di Google). La targa? Ovviamente 007.

Accompagnati da Björn Giesler, uno degli ingegneri Audi che ha sviluppato il prototipo, si punta diretti sull’Interstate I15, una sorta di autostrada a 5 corsie, in direzione sud verso Los Angeles: il sistema adottato sulla A6 funziona su strade a rapido scorrimento, senza incroci e attraversamenti pedonali. Il tempo di percorrere l’infinita rampa di accesso e siamo nel traffico. La velocità è di 35 miglia l’ora. E’ il momento. Björn ci avverte “ora tocca a lei”: è sufficiente spingere un pulsante sul volante e l’auto prende il comando delle operazioni. Lasciamo volante e pedali all’elettronica e ci limitiamo a osservare cosa accade. L’A6 viaggia con tranquillità mantenendo la distanza dal veicolo che precede, con accelerazioni e decelerazioni fluide nel massimo confort. Niente male. Lo sguardo del lidar (e non solo), una sorta di scanner laser ruotante anteriore (nascosto sotto i quattro cerchi Audi della calandra), è vigile e quando un grosso van s’immette all’improvviso davanti a noi, l’A6 rallenta immediatamente. Pericolo scampato.

E’ il momento di riaccelerare e continuare a viaggiare. L’auto guida e chi è al volante (si fa per dire) può, in massima sicurezza, inviare una mail o un tweet, parlare con la redazione via skype (c’è un hot spot wifi a bordo), prendere uno di quei grandi bibitoni che gli americani chiamano caffè ma non … “leggere il giornale: il sensore nascosto dietro lo specchietto retrovisore se ne accorgerebbe invitandovi subito a riprendere il controllo della strada”, spiega Giesler. E’ più o meno quello che accade quando la A6, complice un traffico più scorrevole, arriva alla velocità di 40 miglia orarie (circa 60 km/h, la velocità massima scelta da Audi per il funzionamento del dispositivo): l’avviso acustico e l’eloquente indicazione nella strumentazione digitale, avverte chi è alla guida di riprendere in mano i comandi. Nel caso dopo 10 secondi il sistema non rilevi la pressione delle mani del guidatore sul volante, è previsto un secondo avvertimento, nel frattempo l’auto comunque inizia a rallentare, fino ad arrivare a fermarsi (in caso di non intervento del guidatore) dopo altri 10 secondi con le quattro fecce inserite. La berlina Audi però non accosta e rimane ferma in mezzo alla corsia. Da rivedere. E’ il momento di tornare indietro. Questa volta però alla guida ci pensiamo noi.

(da Panoramauto, marzo 2013)

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