In Renault hanno già deciso a tavolino. La nuova Twingo è femmina. Nel senso che piacerà soprattutto al pubblico femminile. Lo pensano gli uomini di marketing in Francia, lo sostengono, a cascata, i colleghi nei paesi dove in questi mesi si sta lavorando al lancio commerciale della novità Renault più importante dell’anno. E tutta la preparazione si sta tarando di conseguenza, dalle creatività pubblicitarie, alla pianificazione delle attività di marketing e degli obiettivi commerciali.

Si sa che il posizionamento di un’auto è per definizione una scienza imperfetta. Gli errori di valutazione sono frequenti e talvolta possono determinare o meno il successo di una nuova automobile. Con questo non voglio dire che Renault sia fuori strada per la Twingo, ma vi riporto una serie di elementi più o meno oggettivi che a mio avviso dovrebbero suggerire prudenza prima di definire in modo così netto il genere (maschio e femmina) del cliente tipo. Se non altro perché sarebbe un peccato non cogliere tutte le opportunità.

Primo dato di fatto: la Twingo è una delle novità che ha suscitato più interesse all’ultimo Salone di Ginevra. Dove per “interesse” non intendo il numero articoli di stampa pubblicati, ma reazioni del pubblico. Su OmniAuto.it lo misuriamo con i click, ma soprattutto con i commenti e con le interazioni sui vari social network su cui siamo attivi. La Twingo ha battuto in tal senso il trio Toyota Aygo, Citroen C1, Peugeot  108 e ha fatto discutere moltissimo, vuoi per la linea – criticata per essere simile alla Fiat 500 – vuoi per l’impostazione tecnica comunque originale (il motore e la trazione posteriore). Il che significa che l’auto ha attirato attenzione, cosa che non accadeva da tempo per una citycar. Ed è un’attenzione trasversale.

La Twingo fa discutere anche grazie alla sua trazione posteriore che sulla carta ispira un feeling di guida più divertente delle altre citycar. Nessuno l’ha ancora provata e dunque bisogna aspettare. Anche perché Renault sta facendo di tutto per sminuire questo potenziale. Un responsabile francese del progetto con cui ho parlato a Ginevra mi diceva che la trazione posteriore non sarà percepibile “grazie” all’elettronica. E ha aggiunto che non prevedono versioni sportive come la RS, perché quella sviluppata sulla base dell’ultima generazione è stata un flop. Il tema sta facendo discutere in Italia e all’estero diverse community di appassionati. Che sono prevalentemente a target maschile e sognano il ritorno di una piccola pepata “tutta dietro”.

Terzo aspetto da non sottovalutare è che le citycar, in generale, sono sempre meno interessanti per la clientela femminile, che da qualche anno predilige auto più grandi, pratiche e (apparentemente) più sicure come i SUV e crossover compatti che in molte famiglie stanno diventando la prima e unica auto. Quindi le citycar si comprano sempre meno e chi le sceglie lo fa per esigenze pratiche: costi di gestioni e ingombri ridotti. Che sia uomo o donna è indifferente.

E allora perché destinare la Twingo solo a un pubblico femminile?

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