Della Toyota i-Road si parla già da un po’ tempo. Anche Carblogger l’aveva presa d’esempio per raccontare, allo scorso Salone di Tokyo, la crescente sfida fra i costruttori di auto e di moto. Come previsto, questa sorta di triciclo elettrico è sbarcato in Europa: dal primo ottobre prenderà servizio a Grenoble nell’ambito di un particolare programma di car sharing intermodale.
Lo hanno definito “mobilità armoniosa” (Ha.Mo) ed è un progetto sperimentale che ambisce ad integrare il trasporto pubblico locale con un sistema di car sharing elettrico: scendi dall’autobus (o dalla metro) e prendi l’i-Road per percorrere “l’ultimo miglio” che ti separa, probabilmente, dal posto di lavoro (trovate su OmniAuto.it un approfondimento sul tema). E’ un’idea affascinante nonché funzionale (sulla carta) all’esigenza di ridurre il traffico delle città. Ma sono davvero queste le intenzioni di Toyota sul futuro dell’i-Road? Secondo me no, o meglio io non credo che l’obiettivo del progetto Grenoble sia limitato a capire se il car sharing intermodale possa funzionare o meno. E questo per almeno tre ragioni:
1) sviluppare l’intermodalità, mettendo a sistema il trasporto pubblico e un’attività di car sharing elettrico (che richiede oltre alle auto il software, anche le colonnine, i posti riservati ecc.) è molto complicato perché bisogna mettere d’accordo un numero incredibile di soggetti. Si può fare in una città come Grenoble, ma non credo sia un modello organizzativo (oltre che di business) replicabile per una Casa automobilistica in centri più grandi.
2) L’i-Road è stato progettato partendo da un foglio bianco e con l’obiettivo – per molti versi visionario – di creare un veicolo inedito e ideale per muoversi in città.
3) L’i-Road che circola a Grenoble (la flotta è composta da 35 veicoli) è molto più di un veicolo sperimentale: è un prodotto maturo, avveniristico e incredibilmente divertente da guidare. Sembra pronto alla produzione.
Io credo che ai piani alti di Toyota in Giappone si stiano chiedendo una cosa molto più semplice. Ovvero se ha senso costruire e vendere nelle principali città del mondo un veicolo strano come l’i-Road. La sperimentazione in Francia, per quanto affascinante dal punto di vista dello sviluppo della mobilità, serve soprattutto per sondare le reazioni del pubblico ad un veicolo del genere. E se i riscontri saranno positivi non ho dubbi che Toyota prenderà la decisione più saggia …
[…] dei mezzi di trasporto in Francia. La sperimentazione di tre anni, iniziata l’1 ottobre 2014 (qui ne avevamo già parlato), è limitata per ora a Grenoble, “città aperta all’innovazione” (si legge nella […]