L’elettrico Renault va avanti, ma a piccoli passi e (per ora) soprattutto grazie alle flotte. Questo il riassunto ai minimi termini della chiacchierata di Carblogger.it con il Direttore del Programma Veicoli Elettrici del Gruppo Renault Eric Feunteun, avvenuta in occasione della consegna di 70 auto della gamma Z.E. (53 Twizy, tra cui la 15.000ma prodotta, e 17 Kangoo) al Comune di Firenze e al suo sindaco Dario Nardella.
Guardando i numeri di vendita, bisogna ammettere che negli ultimi anni le cose non sono andate esattamente come sperato dai vertici della casa francese. In un’intervista del 2010, l’allora Coo di Renault Patrick Pelata annunciò che per la Zoe era stata predisposta una capacità produttiva di 150.000 auto l’anno, che sarebbe potuta raddoppiare in breve tempo; per Fluence e Kangoo elettriche, invece, le previsioni parlavano di circa 30.000 vetture l’anno a pieno regime. Dalle speranze alla dura realtà, nel 2014 la Renault Zoe ha venduto in Europa 10.919 unità, una frazione dei volumi previsti cinque anni fa, anche se in netto miglioramento (+24,7 per cento) rispetto alle 8.753 unità del 2013.
Cos’è andato storto, quindi? Feunteun dice che è mancato “l’ecosistema”, cioè l’insieme di fattori indispensabili all’espansione dell’auto elettrica che non dipendono dai costruttori automobilistici: intervento pubblico, aziende dell’energia, gestori delle colonnine di ricarica. In sostanza, tutto.
Nonostante i venti contrari, secondo Feunteun il target di vendite elettriche del 10 per cento entro il 2020 – che il Ceo Carlos Ghosn aveva posto nel 2010 e poi ritrattato nel 2013 – sarebbe stato realistico se in tutte le nazioni fosse andata come in Norvegia, che da sola conta per il 30 per cento delle vendite europee di EV. Lì, sostiene Feunteun, ciascuno ha fatto la propria parte e i risultati si vedono.
Oggi, però, le vendite dei modelli Renault Z.E. sono ancora molto al di sotto delle aspettative iniziali e la quota delle flotte resta determinante: metà per la Zoe, quasi il 100 per cento per la Kangoo e due terzi per la Twizy (un terzo flotte strettamente intese, un terzo car sharing). Renault continua a insistere sull’elettrico “puro” e ad affinare le tecnologie sull’offerta esistente – ora la Zoe ha un’autonomia maggiore di 30 km, 20 effettivi dice Feunteun, grazie a un nuovo motore prodotto internamente e a una migliore gestione – ma a breve non sono attesi nuovi modelli.
L’impressione è che Renault, dopo aver fatto il suo e averci speso “il giusto”, stia aspettando che anche gli altri facciano la propria parte. Speriamo non debba farlo troppo a lungo.
Un piccolo contributo a riguardo. In Italia la politica di obbligare la clientela a noleggiare la batteria non è stata gradita. Inoltre nessuna politica promozionale, e la marginalità ridotta per i Dealer non ha certo favorito l’acquisizione di contratti.