La convivenza tra Google, Apple e le industrie automobilistiche non sarà così semplice come previsto. L’hanno messo ben in chiaro l’altro giorno Martin Winterkorn e Dieter Zetsche, rispettivamente numero 1 di Volkswagen e di Daimler – Mercedes: “Vogliamo restare proprietari a bordo delle nostre auto”, come riporta Bloomberg in questa agenzia. Come a dire: caro Google (soprattutto) lascia stare i dati e le informazioni sui guidatori delle nostre vetture. Un avvertimento esplicito che lascia ben poche interpretazioni.

I due manager tedeschi si appellano in particolare a ragioni di privacy (Winterkorn aveva già espresso le stesse perplessità qualche tempo addietro) ma forse dietro si nasconde un’altra questione: i dati raccolti a bordo di un’auto o determinati in tempo reale dalle connessioni 4G e dai dispositivi satellitari, possono diventare una forma di business per l’industria automobilistica non indifferente.

Ricordate cosa mi aveva raccontato Karl-Thomas Neumann, ceo di Opel, qualche tempo fa? Lo potete leggere in questo post. Lo riassumo brevemente:  “Le informazioni raccolte potranno essere utilizzate per inviare offerte speciali all’auto: un ristorante ad esempio, potrebbe mandare un voucher virtuale quando l’auto è nelle vicinanze, oppure una stazione di rifornimento proporre uno sconto sul carburante”. Avevamo titolato Un futuro dell’auto alla Groupon. Lo stesso Neumann aveva poi anticipato l’entità del business:  “Considerando il tempo passato alla guida tutti i giorni, il numero delle auto in circolazione e il fatto che Facebook abbia pagato per WhatsApp circa 50 dollari per ogni utente, le premesse per un nuovo business ci sono tutte”. E’ a questo che puntano anche Daimler e Volkswagen. Altro che privacy …

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