Un’auto elettrica come una caldaia o un infisso. E’ la “strana” idea di Bruno Mattucci, numero uno di Nissan Italia. In occasione della presentazione della nuova Leaf con la batteria da 30 chilowattora e 250 km di autonomia (50 in più rispetto alla precedente), la Casa giapponese ha chiesto al governo di equiparare l’acquisto di un’auto elettrica alla sostituzione di una caldaia o degli infissi di un’abitazione.

Il perché è presto detto: per caldaie e infissi, il Governo prevede delle detrazioni fiscali legate alla efficienza energetica. E via con gli esempi: considerando una spesa di 3 mila euro per una caldaia, si ottengono benefici fiscali di 195 euro per 10 anni. Se stimiamo in 737 kg il taglio alle emissioni di CO2 ottenuti con una caldaia nuova, si ottiene un valore di 26 centesimi di euro per ogni kg di CO2 emesso in meno. Ripetendo il calcolo per gli infissi, le detrazioni previste per 64 centesimi per ogni kg di CO2 risparmiato.

Dando per buono il ragionamento e la volontà di premiare il risparmio energetico (piuttosto che la reale esigenza del governo di far emergere il “nero”), prendendo un valore medio di 45 centesimi di euro per ogni kg di CO2 tagliato, chi acquista una Leaf dovrebbe avere per Nissan una detrazione di 677 euro all’anno per 10 anni.

Nissan Leaf Business Case

Il ragionamento è senza dubbio originale e interessante e può essere girato direttamente al presidente Renzi. Un vantaggio fiscale per chi acquista un’auto elettrica sembra una buona soluzione. Tanto più se i numeri ridotti (previsione di 1.850 unità in Italia nel 2015) ne rendono possibile addirittura la copertura finanziaria.

Ho il dubbio che il governo però, distratto da riforme importanti, non abbia in buona considerazione la politica ambientale (le trivellazioni del “vecchio” petrolio al sud ne sono una parziale dimostrazione). Ne tanto meno l’auto elettrica sulla quale il costruttore nazionale ha da sempre dimostrato il suo scarso interesse. Magari però mi sbaglio.

Lascia un commento