Sergio Marchionne gli ha appena assegnato la classica missione impossibile: dal primo novembre, Fca Latam passerà nelle mani dell’ingegner Stefan Ketter che sostituisce Clodovino Bellini, tenutario del forziere carioca fin quando ha prodotto utili per il Lingotto. Il passaggio di testimone avviene in una fase drammatica per il Brasile, il cui Pil è in calo del 3%, e per l’intero settore automotive verde oro, negli ultimi anni quarto mercato mondiale ma che che nei primi nove mesi del 2015 ha visto volatilizzarsi un quarto delle vendite.

Roba da far tremare i polsi. E infatti Ketter, anche per il recente ritorno della famiglia in Europa, ha tentato in qualche modo di resistere. Impossibile con Marchionne. Che comunque gli ha confermato l’incarico di responsabile del manufacturing globale di Fca che gli assegnò  nel 2005. Brasile e fabbrica, del resto, sono sempre stati i due punti di riferimento di questo ingegnere, poco conosciuto anche nell’universo Fiat grazie al suo stile low profile e invece fra le figure chiave del cerchio magico marchionniano.

Altissimo, 56 anni, poliglotta, Ketter è  un vero prodotto della globalizzazione: è nato a San Paolo, ha studiato in scuole tedesche, ha un master all’Insead di Fontainbleu e ha lavorato nelle fabbriche di mezzo mondo per Bmw, Audi, Volkswagen e Fiat. “Ne risulta un cocktail professionale rarissimo – dice chi lo conosce bene – un ingegnere con grandi visioni ma alla mano e con un fortissimo spirito pratico e realizzativo“. Il “cocktail” inoltre si esprime in un italiano perfetto parlato con un accento irriproducibile, ottenuto dall’incrocio fra sonorità contraddittorie come quelle portoghesi e tedesche.

La contraddizione è  una delle cifre di questo personaggio. Ketter nel 2010 era contrario alla riapertura dello stabilimento di Pomigliano, troppo inefficiente, e avrebbe preferito mantenere la produzione della Panda nel “suo” gioiellino polacco di Tychy. Ma poi proprio a Pomigliano ha rivoluzionato il modo di lavorare della Fiat applicando per la prima volta su larga scala metodi di lavoro scientifici.

Basta ingegneri torinesi e porte aperte a metodi alla tedesca o alla giapponese, come il Wcm e l’Ergo-Uas. Via alla rivoluzione della catena di montaggio con mini-postazioni di 6 operai coordinati da un team leder e lavoro in squadra e a rotazione.

Nello stupore generale, ogni giorno da cinque anni gli “sciamannati” operai di Pomigliano “producono” migliaia di proposte di miglioramento della produzione, esattamente come i loro colleghi Toyota di Nagoya. Non solo. Ketter ha imposto anche la pianificazione della progettazione del prodotto e delle linee di montaggio. L’esperimento di Pomigliano, a Melfi (Jeep Renegade e Fiat 500X) e a Sterling Heights (Chrysler 200) è diventato un laboratorio vero, dove ingegneri e operi hanno studiato fianco a fianco per mesi come semplificare prodotto e montaggio. Qui i quasi vent’anni (1986-2004) passati da Ketter alla scuola della qualità tedecsa del lavoro hanno svolto un ruolo.

Dopo l’Italia, l’America. Dove l’ingegnere tedesco-brasiliano ha miracolato fabbriche derelitte come quella della Jeep di Jefferson North, Michigan, e ha portato a quasi 600.000 pezzi la produzione dei due tronconi dello stabilimento di Toledo, Ohio. E se certamente il suo capolavoro sono i 26 ettari di capannoni ultraflessibili del nuovo complesso di Pernambuco che da marzo sforna la Jeep Renegade nel nord rurale del Brasile, da qualche tempo Ketter sta seguendo la rinascita della fabbrica di Cassino e dunque dell’Alfa Romeo.

Qui Ketter sta delineando una ulteriore novità nel manufacturing Fca: l’efficientamento ulteriore della logistica. La fabbrica di Cassino è  stata allargata per l’aumento della produzione legata alla Giulia e al suo Suv derivato, sono stati ridefiniti tempi e modi dell’afflusso delle merci (un tir ogni 5/6 minuti) e riorganizzati i rapporti con i fornitori per scadenzare ordinatamente la produzione.

In lontananza si intravede un obiettivo sul quale la concorrenza tedesca è  ancora in vantaggio: far entrare in fabbrica i componenti già nell’ordine di montaggio delle autovetture. Si risparmierebbero un sacco di soldi. Risorse di cui Ketter avrebbe un gran bisogno per affrontare la tempesta brasiliana nella quale sta per infilarsi.

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