Tra qualche ora apre il Tokyo Motor Show. A porte chiuse, la 44sima edizione del Salone giapponese sembra promettere un ritorno ai fasti del passato quando a Tokyo si andava per osservare in anteprima il futuro.

Anteprime del Tokyo Motor Show a parte (saranno 76 in totale), quello che emerge appena atterrato in Giappone, è la gran condizione dell’industria locale. Nonostante un mercato auto interno che a differenza dello scorso anno scende di oltre il 10%, le Case Jap corrono. E corrono bene.

In attesa dei numeri del primo semestre dell’anno fiscale 2015 – 2016, nel trimestre iniziale (Q1) si è già iniziato a festeggiare. Un party per tutti. Non vi annoio con numeri, ma in termini di volumi vendite, fatturato e profitti operativi Toyota, Nissan, Honda, Mazda e Suzuki (solo per citare le più importanti) sono tutte in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non è un caso che le stime per la chiusura dell’anno fiscale (marzo 2016) siano state tutte riviste verso l’alto e che Toyota abbia riconquistato il primato mondiale.

Il trend positivo è dovuto principalmente al favorevole cambio yen – dollaro – euro. Al quale però si aggiunge una drastica riduzione dei costi (partita dopo il terremoto del marzo 2011) e il buon andamento del mercato americano, dove l’industria giapponese ha in questi anni consolidato il proprio successo. Stati Uniti dove da qualche giorno le aziende giapponesi potranno beneficiare anche dell’accordo bilaterale Trans Pacific Partnership (TPP) siglato nei giorni scorsi. C’è poi soprattutto l’innovazione:  la posizione dominante su ibrido oggi (Toyota), elettrico (Nissan e Mitsubishi) e idrogeno domani (Honda e Toyota) fa sembrare i numeri di oggi solo l’inizio di una lunga corsa. Alla faccia di americani ed europei.

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