La prima auto di Akio Toyoda numero uno di Toyota è stata una Corolla GT, acquistata usata nel 1980 appena uscito dal college: “Quell’auto mi ha insegnato il piacere di guida e ha influenzato il mio percorso professionale”, ha raccontato. Se oggi quindi le Toyota oltre a essere affidabili sono anche più divertenti da guidare, in parte è merito di ciò che il nipote del fondatore ha imparato guidando quella Corolla GT. Ma soprattutto, se Toyota è ancora la prima industria automobilistica al mondo, lo deve proprio alla Corolla che ha dato ai giapponesi nel corso di questi anni un respiro globale.
Nei giorni scorsi a New York sono stati festeggiati i 50 anni della Corolla, uscita per la prima volta da un impianto di produzione nel novembre 1966. Per l’occasione è stata creata la 50th Anniversary Special Edition, 8 mila pezzi destinati al mercato americano. I numeri della compatta Toyota sono quelli delle auto da record: più di 43 milioni di vetture vendute finora e primato delle vendite globali dal 1974 al 2015. L’auto è prodotta in 16 stabilimenti sparsi nel mondo in oltre 1,5 milioni di pezzi l’anno. Nessuno fino a oggi ha fatto di meglio.
C’è però chi ha fatto peggio. Sono gli stessi manager della casa giapponese che nel 2007 decisero di sostituire in Europa (occidentale) la Corolla con l’Auris. Doveva forse fare assonanza con Yaris e Avensis, ma fino a oggi non si può dire che la scelta di cancellare da queste parti un vero e proprio brand globale come Corolla si sia dimostrata un successo. Chissà cosa ne pensa Akio Toyoda.
Vabbè, in Europa hanno fatto casini con il nome di un solo modello, benchè di punta come la Corolla. Ma a parer mio negli USA hanno fatto ben di peggio, inventandosi un intero sub-brand come Scion, che secondo loro era rivolto ai giovani. Perchè da quelle parti è pieno di ragazzi che vanno ancora al college derapando con una GT86 (Scion F-RS) no?
Meno male che poi hanno capito la grossa cavolata e l’hanno tolto di mezzo…
Ciò non toglie che se Toyota in Europa non ingrana come nel resto del mondo (facendosi bagnare il naso dai cugini di Nissan) è proprio per queste scelte inspiegabili di marketing.