Carlos Ghosn, boss di Renault-Nissan, è stato il primo a toccare il nervo scoperto della Brexit: fino a che punto la Gran Bretagna è disposta a perdere soldi dopo aver votato l’uscita dall’Unione europea?

Ghosn si è mosso da politico consumato, anche perché a Parigi ha scaldato i muscoli con il governo socialista. A Sunderland, da trent’anni la sua Nissan ha il più grande ed efficiente stabilimento d’Europa, Dopo avere minacciato pubblicamente di sospendere gli investimenti, ha ottenuto di incontrare il premier Theresa May. Nemmeno fosse François Hollande. Miracolo: Ghosn ha confermato gli impegni per la produzione a Sunderland della nuova Qashqai, aggiungendo la produzione della X Trail. Due modelli di punta, da cui dipendono molto le sorti del marchio jap in Europa, aspettando la nuova Micra.

E Brexit sia. Ma quanti soldi (e/o altro) ha chiesto e ottenuto Ghosn dal governo conservatore britannico per non andarsene, cosa per altro piuttosto complessa e costosa anche ai tempi in cui perfino la Francia promette incentivi pesanti a chi intende lasciare la Gran Bretagna? La Commissione europea di Bruxelles farebbe bene a ingaggiarlo dal prossimo marzo,quando ufficialmente inizieranno le negoziazioni, per trattare a nome di Bruxelles con Londra.Che ci sappia fare,è indubbio

Il top manager non dovrebbe infrangere le regole dell’austerity, essendo già super pagato da Renault-Nissan, e sa bene che, per ogni auto che la Gran Bretagna esporta, ne importa due dall’Europa. Un genio.

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