I commenti trionfalistici sul mercato dell’auto nel primo trimestre dell’anno in Europa (4.256.202 immatricolazioni, +8.2%), oltre ad essere solo parzialmente giustificati (sono cresciute soprattutto le vendite tramite i canali onerosi, noleggi e km 0, il Regno Unito ha fatto registrare un marzo record a causa di una nuova tassa prevista dal primo aprile, ci sono stati più giorni di vendita a disposizione delle Case), hanno fatto passare sotto silenzio il crollo del marchio Volkswagen.

Che ha perso mezzo punto di quota finendo addirittura sotto la fatidica soglia del 10% (9.7%) nel mese di marzo. Il divario rispetto alla seconda (Ford) è sceso ad appena un punto e mezzo percentuale di quota rispetto ai due e quattro di marzo 2016, e ai quasi tre punti del 2015. E da sette anni non accadeva che la Golf non fosse la vettura più venduta in Europa, superata il mese scorso dalla Fiesta.

Benché il mercato tedesco a marzo sia cresciuto più della media europea (+11.4% pari a 360mila unità, con un forte aumento della domanda da parte dei privati), ne hanno beneficiato soprattutto i concorrenti (Mercedes +14%, Ford +15.7%, Opel +18.3%), mentre Volkswagen a malapena è riuscita a mantenere le vendite dello scorso anno (Audi ha perso addirittura il 2.3%). E tutto ciò nonostante il facelift della Golf ed il nuovo Tiguan.

A questo proposito, è possibile che il portafoglio ordini sia meglio delle consegne, ma in Germania l’imponente rete dei concessionari sta dando segni di nervosismo. Non è andata meglio alle vendite Volkswagen negli altri grandi mercati (+2% nel Regno Unito, -9% in Francia), mentre in Italia il marchio è cresciuto del 15% pur perdendo qualche decimo di punto di quota.

A livello europeo, l’altro grande perdente è Psa, che a livello di gruppo, comprendendo anche Opel, lascia sul campo quasi un punto di quota. Mi vengono in mente le recenti parole di Marchionne: “La combinazione Psa-Opel minaccia più di tutti Volkswagen, creando un nuovo concorrente che li seguirà a ruota”.

I marchi che nel trimestre hanno guadagnato più terreno sono Toyota e Fiat, il primo trainato dal successo del nuovo crossover CH-R, il secondo dal buon andamento del mercato italiano (582mila unità, +11.9% da gennaio a marzo), dove per fine anno sono previste oltre due milioni di immatricolazioni, un volume che non si vedeva dal 2009.

Ma il vero vincitore è Mercedes, che ha riconquistato la leadership tra i marchi premium grazie ad un’offensiva nel segmento dei suv con il nuovo GLC ed al successo delle berline Classe C e Classe E, e annunciato profitti in aumento del 60% per la divisione autovetture nel primo trimestre (2.2 miliardi di euro, con un margine che passa dal 7 al 9.8%).

Come sempre, è il prodotto l’espressione più forte di un marchio, e l’innovazione il motore di una crescita profittevole di lungo periodo.

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