Dal 2020, le Smart saranno vendute soltanto elettriche. Come avviene già negli Stati Uniti. Ma Roma nord non è l’America. La notizia, che ho portato con me di ritorno dal Salone di Francoforte insieme alle foto di un prototipo Smart 2030 addirittura a guida autonoma, ha gettato nel panico un’intera area di Roma, capitale mondiale della piccola tedesca per vendite.

Smart solo a batteria? Per capire il panico, provo a spiegare ai non romani che significa Roma nord. Chi è nato lì ne fa una questione di identità e di anti Roma sud. Grosso modo, meno Totti, più Lazio, meno sinistra, più destra, meno porchetta, più Martini. Tutto dall’età del liceo (dai quattro licei storici della zona) ai 90 anni. Una appartenenza di sfottò più che di stili di vita, dopo l’annacquamento delle ideologie e il grillismo montante che confonde le differenze. Però a Roma nord la Smart è un po’ come una divisa.

Qui e qui le mappe delle colonnine di ricarica attualmente a Roma. Fra tre anni si vedrà. Auguri.

Commercialmente parlando, Smart a Roma nord significa un triangolo delle Bermuda che inghiotte da sempre la maggior parte di queste citycar vendute nella Capitale (almeno da quel che si vede in giro) e in Italia. Triangolo formato dai quartieri Cassia, Parioli e Vigna Clara con l’enclave Fleming. Eppoi: qui non si vuole comprare una Smart ma solo noleggiarla ed elettrica? Lo fa Edilfarrent, società con sede alle Bermuda…Parioli.

Forse è nato in questo triangolo il parcheggio perpendicolare al marciapiede della prima generazione della Smart, coattissimo.

Personalmente, non l’ho mai amata, apprezzando però l’idea geniale avuta a metà anni Novanta da Nicolas Hajek, l’orologiaio di Swatch, condivisa dalla Mercedes. Oggi, la versione elettrica è la migliore da guidare: il peso e la collocazione della batteria sotto il pianale danno stabilità a un’auto dal passo troppo corto.

Smart solo a batteria? Hajek l’aveva sognata così, se non ricordo male. Un tributo post mortem, alla faccia di Roma nord.

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