Sono un privilegiato dell’#iorestoacasa (e dello smart working) grazie a persone che fuori lavorano anche per me, a cominciare da un cassiere del supermercato di zona che nonostante tutto non ha perso un sorriso per i clienti nemmeno dietro la mascherina. Da qui, provo a raccontare a puntate un libro sul car design, come fosse un feuilleton ottocentesco sperando che il suo autore – con cui ho avuto diversi felici incontri professionali prima e dopo il suo pensionamento – mi perdoni per il paragone azzardato.

Il libro: “Design between the lines” (Merrell editore) di Patrick le Quèment. Oggi ha 75 anni, vive in una bella casa alle porte di Parigi e si occupa di barche di lusso, insegna e scrive. Per 50 anni, di cui 22 passati in Renault fino al 2009, ha disegnato automobili per Simca, Ford, Volkswagen-Audi e Renault soprattutto. Qui ha avuto libertà massima fino alla fine. A mio parere, il designer francese ha fatto cose incredibili e certamente degli errori: un creativo del nostro tempo.

“Ho iniziato in una industria – scrive le Quément – in cui il design era chiamato ‘stile’, ed era esattamente ciò che si chiedeva ai suoi membri: letteralmente, di modificare superficialmente le apparenze di veicoli dalle brutte proporzioni. Era una oscura attività di cui i membri riportavano agli ingegneri, dai quali venivano trattati come vassalli e raramente invitati a partecipare a riunioni”.

“Design between the lines” non è una autobiografia. E’ l’innumerevole punto di vista di una persona dalla cui matita sono passati circa 60 milioni di veicoli prodotti. Altro che “influencer”, come si direbbe oggi.

Madre inglese e padre francese morto in un incidente stradale mentre accompagnava un amico a ritirare una Renault 4C vinta a una lotteria, le Quément viene mandato a studiare in Inghilterra. Racconta come decisivo al College of Art and Design di Birmingham l’incontro con Naum Slutzky, docente di design industriale ed esponente di spicco del Bauhaus: “Un giorno chiese a noi studenti di non disegnare gli oggetti davanti agli occhi ma di concentrarci invece a disegnare gli spazi fra gli oggetti. Ha cambiato la mia vita, come ho imparato a guardare il mondo da vari punti di vista”.

E da qui che le Quément parte per poi girare per centri di design in tutto il mondo, dall’Europa all’America  all’Australia, al Giappone, con periodi più intensi in Inghilterra, in Germania, negli Stati Uniti e naturalmente in Francia. Alla Nissan, controllata da Renault dal 1999, è lui a indicare l’assunzione di Shiro Nakamura come nuovo capo design dopo un colloquio tra i due un sabato a New York negli uffici deserti di un’agenzia pubblicitaria. L’episodio è sul libro, a me lo raccontò sei anni fa esatti e appena lo pubblicai, mi scrisse: “Domani parto, sarò a cena con lui a Tokyo”.

(1 – continua)

Commenti

    […] Nel libro che qui ho presentato “Design between the lines” e andando avanti nella lettura, mi accorgo che Patrick le Quément ha dato alle sue creatura fatte per Renault, dove ha passato 22 anni dei 50 di lavoro da car designer, un solo titolo. apitolo 28, “Avantime…Out of Time”, sottotitolo nell’indice “Vanitas vanitatum”. […]

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