Il tempo non passa mai invano, pensavo l’altro giorno ascoltando il nuovo boss di Renault Luca de Meo raccontare il suo piano di rinascita del gruppo francese, battezzato con crasi alla francese “Renaulution”. Non mi dilungo su numeri e obiettivi: vedremo se riuscirà, i compiti non finiscono mai. Dico subito però una cosa, quella che più mi è piaciuta.
De Meo non ha promesso di spaccare il mondo, come mi è capitato di sentire spesso in queste occasioni e soprattutto in Germania. Ha parlato certo di rilancio e di modelli, ma anche di ridimensionamento industriale e addirittura di tagli a ricerca e sviluppo, per far quadrare i conti. Ha messo l’accento sull’Alliance con Nissan a riga 3, cioè subito. Ha usato un tono inclusivo e non sfidante, in qualche modo il più adatto al clima di emergenza mondiale da pandemia. Una scelta di valore.
E valore è parola chiave per de Meo. “Value over volume”, grida il suo piano. D’ora in poi margini invece che grandi tirature. Vecchia storia a dire il vero, che torna a ogni crisi ma che nella Renault ereditata da Ghosn ormai tracimava.
“Value over volume”, già. Così il tempo non passa mai invano se rileggo quanto scriveva Luca de Meo in un suo piano per Fiat nel settembre del 2007, “Values add value”. Erano tempi di speranza per il marchio italiano, da Marchionne appena portato via dal ciglio del burrone.
Allora, i “valori che aggiungono valore” erano ambiente e sicurezza nella costruzione di una identità di brand. In quel momento non si parlava d’altro che della nuova Fiat 500, molto sua oltre che del designer Roberto Giolito e di Lapo Elkann. Così come oggi è il ritorno della Renault 5, molto sua dentro “Renaulution” oltre che di Gilles Vidal, designer che con la e-Legend, reinterpretazione della Peugeot 504 Coupé del 1969, aveva lasciato senza fiato un paio di anni fa.
Fiat 500 e Renault 5 sono valori tangibili (“modelli emblematici” c’è scritto nel piano “Renaulution”) perché appartengono alla vita di molte persone. E tutto si tiene che con la nuova 5 e con i caratteri da fumetto di “Renaulution” torni quel linguaggio da bande dessinée utilizzato proprio per la prima 5 del 1972 dai creativi di Publicis.
Fiat 500 e Renault 5 non risolvono le crisi di multinazionali, ma aiutano. In che misura a fronte di una crisi grave come quella in atto a Parigi? Credo che de Meo ne conosca esattamente i limiti e lasci volentieri a me, che faccio solo il giornalista, quanto ha scritto un giorno l’amato Paul Auster: “Fino a quando la storia continua, la realtà non esiste”.