Che strano il destino di Tesla. Sbeffeggiata per anni insieme a Elon Musk da gran parte dei media mondiali come brutto anatroccolo di auto elettriche più volte sull’orlo della chiusura, l’azienda è diventata una storia di successo. Un modello di tecnologia e business che aiuta la nuova mobilità a diffondersi globalmente e ad affermarsi. Un bene comune.
Ma oggi che la partita fra rivali sui mercati mondiali si fa più dura per i veicoli a zero emissioni – la forte crescita cinese, la tecnologia più accessibile, l’intelligenza artificiale più diffusa – Tesla è improvvisamente un competitore che potrebbe barare.
In Cina, Tesla ha ottenuto privilegi sconosciuti al resto dei costruttori stranieri, grazie alle relazioni pericolose di Musk con il governo di Pechino. Se Pechino gli facesse comprare TikTok negli Usa per evitarne il bando, Musk otterrebbe un ulteriore vantaggio competitivo, e non certo per motivi commerciali. A casa, l’amministrazione Trump – di cui Musk è sodale – ha promesso di cancellare gli incentivi fiscali per l’acquisto di auto elettriche? Nessuna obiezione da parte dell’imprenditore. Perché i 7.500 dollari valgono per tutti (cinesi esclusi), e non solo per la sua società.
Per Tesla, conterà di più l’influenza di Musk su Trump per ridurre lacci e lacciuoli federali allo sviluppo della guida autonoma. Il vero prossimo business di Tesla, sul quale per altro è già in vantaggio, nonostante sia il costruttore più sotto inchiesta per incidenti stradali in cui sono coinvolti suoi veicoli dotati di Autopilot. Se seguisse pure un colpo di spugna, non ci sarebbe da stupirsi.
Insomma, la Tesla di Musk con Trump mi ricorda un po’ la storia di Fiat dell’Avvocato con le Partecipazioni statali. O, perché no, la Byd di Wuang Chuanfu con Xi Jinping, di cui so meno per evidenti motivi. La politica come motore di aziende private.
Ma poi, a Musk interessa una vera competizione? I costruttori rivali di Tesla dovrebbero studiare cosa predica Peter Thiel, miliardario a lui molto vicino. Già partner nella creazione di PayPal, altro imprenditore di successo della Silicon Valley, da subito dichiaratamente di destra, molto in sintonia con Trump e oggi di tendenza dopo la recente opinion sul Financial Times.
Non so se Thiel guidi una Tesla, però afferma da tre lustri di “non credere più che libertà e democrazia siano sostenibili”. E che capitalismo e competizione sono in antitesi: i monopoli sono l’anima del capitalismo. “Competition is for losers”, sostiene Thiel. Perché la competizione (così come la conosciamo) non permette l’accumulazione di quei capitali necessari all’innovazione. Ecco tutto.
Non credo che Musk la pensi diversamente. Tesla o non Tesla. Competition is for losers.