Google nei giorni scorsi ha annunciato di voler portare in strada già dal 2015 le proprie auto che guidano da sole. La prima prova di queste vetture è toccata a Matthew Inman, disegnatore di fumetti e autore del blog The Oatmeal. Inman ha riassunto il suo test in 6 immagini dal titolo, “6 things I learned from riding in a Google Self-Driving car”. Se avete tempo andate a leggerlo in questo link.
Ho trovato interessante il punto numero 4: It’s not done and it’s not perfect. Tradotto suona come: non è completa e non è perfetta. Inman racconta nell’immagine qui sotto come l’auto a guida autonoma di Google, non sia in realtà ancora pronta ad affrontare situazioni reali come ad esempio le interazioni con i pedoni: prima lei, no prego prima lei, no vada lei, …
In altre parole: l’auto di Google inizierà a circolare in strada a partire dal prossimo anno ma è lontana dall’essere venduta in un normale concessionario. Dietro il fumetto si nasconde il problema più grande da risolvere: la difficoltà dell’auto di interpretare le manovre di altri soggetti e/o veicoli, soprattutto quelle inaspettate o irrispettose del codice della strada. Un esempio tipico è la rotatoria. In California ce ne sono poche ma per l’intelligenza artificiale è difficile interpretare le intenzioni degli altri: è complicato capire se i veicoli che la stanno percorrendo usciranno lasciando la possibilità di immettersi o rimarranno a impegnare la rotonda.
Non solo. Al punto numero 3, Inman la definisce “cute” ovvero carina, come un marshmallow, uno di quei tipici dolcetti americani di zucchero. Vero. O anche no. Ma dalle immagini si intuisce come per ora, i problemi di sicurezza siano secondari per Google. Perché se è vero che l’auto a guida autonoma è sicura per definizione, è anche vero che sarà difficile poter far circolare in strada vetture a forma di marshmallow che non rispettino i rigidi criteri di sicurezza americani (o europei o giapponesi). Cosa accadrebbe ai passeggeri di una Google Car tamponata da un big truck?
Detto questo, anche a leggere le statistiche sugli incidenti stradali, sono d’accordo con Inman e il suo The Oatmeal: I’m ready for the future. I’m ready for the marshmallows.
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