Dimenticatevi Chrysler, Ford e GM, la nuova Detroit ha l’immagine di un 52enne basso e tarchiato dal nome Dan Gilbert. In Italia la sua carta d’identità dice ben poco, ma a Detroit è una sorta di sindaco aggiunto perché è stato in grado di far ripartire la città con un investimento di 1,6 miliardi di dollari, ricompensato in soli 4 anni da plusvalenze da sogno e conquistando, secondo le classifiche aggiornate al momento in cui scrivo, il 341simo posto nella classifica degli uomini più ricchi al mondo stilata da Forbes.

Ho incontrato Gilbert al Madison Building di Detroit e ha raccontato di aver acquistato con la Bedrock, ramo real estate della sua Quicken Loans, più di 40 immobili o building come si dice da queste parti, in downtown, nel cuore della città, a prezzi sugli 80 dollari al metro quadro.

Ora, grazie agli incentivi fiscali garantiti dall’amministrazione di Detroit, quei palazzi sono tornati a vivere con oltre 200 aziende innovative e start-up nell’incubatore Bizdom (suo), finanziate in parte dalla Rock Ventures (sempre sua). Pronte a trasformare Detroit nella nuova Silicon Valley attraendo, nonostante il clima terribile, giovani tecnologici da tutti gli Stati Uniti. Insieme a me, per darvi un’idea, c’erano in visita alcuni studenti dell’Università di Stanford, cuore della Silicon Valley.

In downtown, Gilbert ha trasferito i 12.500 dipendenti della Quicken Loans ma della partita fanno parte avanposti anche di Google e Microsoft. E’ ancora lui a finanziare, insieme alla città ed altri sponsor, la M1, la prima metropolitana di Detroit (2016), in modo da connettere dowtown con la prima periferia, in una città in cui la rete di bus è insufficiente. Il mantra ripetuto ovunque è Opportunity Detroit, il tasso di occupazione degli appartamenti ora in downtown è del 99% e sono solo il 10% gli uffici liberi.

La città è tornata a riempirsi di ristoranti e locali, anche se in midtown e sobborghi, resta alto il numero di immobili da demolire o da ristrutturare (uno su 3) e qualcuno, come scrive The Guardian, non è convinto della ripresa. Così come, sia da Gilbert che da Douglas Smith, incontrato anche lui nei giorni scorsi a Detroit, responsabile delle iniziative in città della Michigan Economic Development Corporation, sono state spese ben poche parole sulla sostenibilità e sulla ciclabilità della città, quasi assente dalle “opportunity” (per il clima?).

Detroit comunque sembra tornata a vivere. E in maniera indipendente rispetto alle big three. Meno auto e più servizi. E non è poco.

Lascia un commento