No, ma solo un po’ sì. La Fiat Chrysler di Marchionne ha altro per la testa, come finanziare il piano industriale 2018 e soprattutto il rilancio dell’Alfa Romeo. Per cui non ha in casa gli investimenti, enormi e necessari, per i progetti di auto a guida autonoma che sono il futuro delle quattro ruote e ai quali lavorano sicuramente altri, dalla Gm alla Honda alla Nissan, dalla Tesla alla Ford alla Mercedes, dall’Audi alla Toyota alla Hyundai, alla Bmw. Oltre a Google, Apple e, per via indiretta, Samsung e Huawei.

Eppure, l’ex responsabile delle qualità di Fiat Chrysler, Doug Betts, è stato assunto nelle scorse settimane da Apple. La notizia è stata data dal Wall Street Journal e confermata dallo stesso manager sul suo profilo Linkedin.

Ora, la Chrysler ha avuto e sta avendo problemi di richiami che fanno a pugni con il settore qualità di cui era responsabile Betts. Che ci fa Apple con uno come lui? Il WSJ glielo ha chiesto e lui non ha risposto. La verità è che Betts non è un esperto di auto a guida autonoma ma di produzione automobilistica, con un passato in Toyota e Nissan nella “lean manifacturing”. Cioè, quello che serve ad Apple se davvero vuole sbarcare nel mondo delle quattro ruote.

La Fiat Chrysler di Marchionne non ha soldi per il self driving, anche se la controllata Magneti Marelli ha lavorato a progetti di guida autonoma insieme a VisLab, il laboratorio di Parma guidato da Alberto Broggi e da poco acquistato da una società californiana. Una eccellenza italiana che né Marchionne né il governo Renzi (e i precedenti) hanno capito e saputo utilizzare a fondo.

Se Betts non è una perdita per Fiat Chrysler, lo potrebbe essere la ventilata cessione di Magneti Marelli per fare cassa e ancora finanziare il piano industriale 2018.  Anche se per Marchionne, l’auto a guida autonoma non è la priorità. Magari, meglio trovarla bella e pronta fondendo Fiat Chrysler con un altro gruppo più grande e più ricco. Il suo piano b, se non una exit strategy.

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