Volkswagen svelerà a metà giugno una nuova strategia che prevede la trasformazione del gruppo in un “mobility provider”. Il numero uno Matthias Mueller lo ha comunicato in una lettera al suo top management, ne ha dato notizia la Reuters. Volkswagen sembra voler seguire le orme di Ford: il numero uno del gruppo americano, Mark Fields, ha annunciato a sua volta in gennaio il progetto di far diventare la Ford una “mobility company”. Che sta succedendo?

Volkswagen e Ford, altri seguiranno. C’era una volta il costruttore di automobili. Bielle e pistoni, all’orizzonte non si vedeva altro. C’è voluto l’ingresso in pista dell’industria del tech – da Google ad Apple, da Tesla a Uber e tutto il resto che non è poco – perché la corsa si complicasse al punto da far decidere che, o si cambia, o non si sopravvive.

Non sarà un pranzo di gala. Volkswagen deve farsi anche perdonare il dieselgate. Fields è sotto attacco dagli azionisti da qualche mese, al punto che di recente il presidente Bill Ford è dovuto scendere pubblicamente in sua difesa. Mobility company o provider, è questo il business del futuro, ma va costruito. Passando ancora per il successo di una Volkswagen Golf benzina o diesel o di una Ford Mondeo ora anche a trazione integrale. Sfidando i colossi dell’information techonology su un terreno non proprio. Meglio: su un asfalto che potrebbe rivelarsi più scivoloso del previsto.

Software, intelligenza artificiale, robot, connettività, zero emissioni. Domani, più o meno.

 

Commenti

    […] non fa che confermare il trend che pare essersi largamente diffuso tra le case automobilistiche: la trasformazione in “mobility company”, non solo costruttori, ma anche in grado di offrire una gamma di servizi post-vendita o, in alcuni […]

    […] a capirne di più. Alcune risposte sono state già proposte in questo post su Volkswagen e Ford, enfatizzate anche dal discorso di Matthias Müller, numero uno del gruppo tedesco, qui commentato, […]

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