Non mi colpisce più di tanto la notizia, apparsa sulle prime pagine dei giornali italiani la settimana scorsa, che tre incidenti su quattro avvengono per colpa dello smartphone. E’ una realtà che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni dappertutto, e con la quale abbiamo colpevolmente accettato di convivere.

Ormai, mentre si guida, é normale che si mandino e ricevano sms, si controlli la posta, si facciano selfie, si chatti sui social. E i genitori non sono meglio dei propri figli, anzi spesso sono loro a dare il cattivo esempio.

Leggo che in Italia Aci, insieme ad Anas ed alla Polizia Stradale, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sui social rivolta soprattutto ai giovani dai 18 ai 26 anni, e che qualcuno suggerisce che i telefoni dovrebbero avere una modalità ‘guida’, così come esiste una modalità ‘aereo’, per cui ad ogni chiamata o sms scatta la risposta automatica “sto guidando”.  Mi sembrano ottime idee, ma mi domando: cosa fanno le Case automobilistiche?

Fino a pochi anni fa il telefonino non poteva essere utilizzato durante la guida, era necessario fermarsi per effettuare o ricevere delle chiamate, o per mandare un messaggino. Oggi, grazie ad investimenti spaventosi, siamo arrivati all’auto interamente connessa, con un’elettronica talmente sofisticata da anticipare qualunque situazione di pericolo, salvo la stupidità umana.

Non si fa che parlare di guida autonoma, pare che tra acquisizioni e finanziamenti quest’anno le operazioni portate a termine sfioreranno il miliardo di dollari, e che l’auto-robot possa arrivare già entro il 2020. Ma non mi risulta che vi sia un costruttore che, da subito, stia facendo qualcosa per prevenire gli incidenti causati dall’uso improprio dello smartphone.

Prendiamo Mercedes, da sempre all’avanguardia nello sviluppo di tecnologie in grado di rendere la guida più sicura: sul suo sito compare una pagina dedicata alla sicurezza dove trovate più di 50 dispositivi, dal Distance Pilot Distronic al Collision Prevention Assist.

Leggo che Mercedes è la prima tra le case auto a cavalcare l’onda del successo mondiale di Pokémon Go. Pare che, tramite i “moduli esca” nelle vicinanze dei PokéStop (quello che nel mondo reale è un punto di interesse storico/artistico come può essere una galleria d’arte, un monumento, un palazzo storico e così via), i concessionari siano in grado di attirare i giocatori oppure invitarli a partecipare ad eventi locali.

Ora, proprio il videogioco Pokemon Go è una bella distrazione per automobilisti, motociclisti e anche pedoni. A certificarlo è uno studio di ricercatori californiani, in base al quale Pokemon Go è risultato correlato ad oltre 113 mila incidenti segnalati su Twitter nel periodo di tempo analizzato. Il 18% dei tweet indica che una persona stesse giocando e guidando contemporaneamente, l’11% che a giocare fosse un passeggero di una vettura e il 4% che un pedone fosse distratto dall’app.

Citroen, invece, ha appena presentato la nuova C3 Facebook, definendola con orgoglio la prima social car. Una caratteristica di quest’auto è la ConnectedCAM Citroën, una telecamera HD integrata che cattura momenti del quotidiano per condividerli su Facebook. Inoltre, questa edizione limitata propone di serie il Touch Pad da 7” con funzione Mirror Screen.

Non è certo intenzione di Citroen (così come di Mercedes) incoraggiare chi guida a farlo, ma postare sui social è al primo posto per pericolosità tra le fonti principali di distrazione in auto; per controllare l’attività su Facebook ci vogliono in media 14 secondi, che equivalgono a 155 metri percorsi al buio a una velocità di 40 km all’ora o 389 metri a 100 km all’ora.

In tutto il mondo vengono fatti controlli severi ed applicate sanzioni pesantissime nei confronti di chi beve alcolici e guida, ma “sharing and driving” dovrebbe essere tassativamente proibito tanto quanto “drinking and driving”.

Commenti

    […] Il post di Lepouquitousse mi ha fatto riflettere sulla pericolosità dell’uso degli smartphone durante la guida. Una tematica importante dato che tre incidenti su quattro sono causati da distrazione umana; ripeto, tre su quattro! Certo, come dice Riccardo, “distrazione umana” non significa “uso di smartphone” ma pensando all’esperienza quotidiana, la maggior parte delle volte che un automobilista resta fermo al semaforo è perché stava guardando lo smartphone o quando non si vede un pedone o un motociclista è perché si stava rispondendo ad un messaggio e via dicendo. Non mi sento di dire che 3 su 4 siano causati da distrazione da smartphone ma il 50% sì. […]

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