Elon Musk, patron di Tesla, costruisce auto elettriche ma è contro l’altra forma di elettrificazione: l’auto a idrogeno. Lo è in modo inelegante quanto chiaro: giudica questa tecnologia una “cazzata” (“bullshit”, 2013), “estremamente stupida” (“silly”, 2015), “incredibilmente idiota” (“dumb“, 2016).

Toyota, Honda, Hyundai, prossimamente Bmw, Mercedes e Ford che ci stanno lavorando, sono i costruttori con modelli a idrogeno già in vendita o pronti a metterli sul mercato entro un paio d’anni (oltre ad avere in gamma veicoli elettrici ed ibridi). “Cazzari”? Non sono d’accordo.

Perché Musk sia contro l’idrogeno in modo così radicale, beh ecco due o tre motivi che so di lui.

Primo, se uno vende carne, non parla bene del pesce. Musk sta costruendo un bizzarro impero da oltre 50 miliardi di dollari sull’auto elettrica, che perde ancora soldi ma interpreta il futuro, per cui carne anche alle feste vietate. Un altro motivo è che la borsa crede alla sua visione, dunque quando Musk incontra gli investitori, se cambia canale meglio buttarla su Marte che altrove. Terzo motivo, Musk odia l’idrogeno fin da bambino.

Viveva ancora in Sudafrica quando a 12 anni, è il 1984, scrive il suo primo videogioco, Blastar. Nella biografia autorizzata di Ashley Vance, si legge che Blastar consisteva nel distruggere un alieno che porta bombe a…idrogeno. Nel 2012, il candidato repubblicano (sconfitto) alle presidenziali Mitt Romney, uno di casa a Detroit, diceva che Musk è un “loser”, un perdente. Nel 2017, Trump ha scelto Musk nella squadra di consiglieri per l’innovazione. Magari è un’altra “cazzata”. Oppure no.

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