“I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini”. Sotto l’ombrellone mi sto convincendo che quel furbacchione di Elon Musk deve essersi letto la biografia di Prezzolini firmata da Sangiuliano, attuale ministro della Cultura e uomo di sani principi se è stato proposto il Colosseo al patron di Tesla (da lui, da Meloni o da Tajani, chissà) per il duello con Zuckerberg.
Duello, vabbè: Musk se lo è inventato di sana pianta, come da tweet ferragostano (o come si dirà adesso cinguettio? xino?): “I joked on X about fighting Zuck”. Fra fessi e furbi, Prezzolini è di stretta attualità.
“Italy graciously offered a Colosseum”, ci sfotte ancora Musk, che poi scrivere “a Colosseum” è da ignoranti anche se lui ha sostenuto al Tg1 durante la sua visita in Italia “sono un fan della storia”.
Aho’, “a Colosseum” dillo a tu’ sorella (Tosca) e mica a Roma dove abbiamo l’originale, il nostro è “The Colosseum”, “a Colosseum” dillo semmai a quelli di Pola o di El Jem (o a tu’ fratello Kimbal).
La raffinatezza dello scherzo di Musk sta nella valanga di proposte ricevute dall’Italia per ospitare la presunta tenzone. Musk ci ha uccellati dopo averci cinguettato e dopo aver messo una pietra a forma di “X” sopra cose più importanti, come l’investimento per una nuova Gigafactory da costruire in Europa dopo quella tedesca. L’avevo scritto che l’Italia non è un Paese per Musk, ma avere un governo pure uccellato sul Colosseo è troppo.
Lascio l’ombrellone e mentre sto per per farmi incartare del pesce con una copia di Domani (i giornali sono sempre serviti a questo, dai, lo dico da ex quotidianista) sbircio un titolo: “Il governo e Stellantis frenano l’auto elettrica in Italia”. Niente pesce, scusi, mi prendo sta’ cartaccia e torno a leggere sotto l’ombrellone.
Nell’articolo si riportano i dati di vendite di auto elettriche in Italia (Tesla di Musk comprese), per le quali nel primo semestre siamo in coda in Europa. Peggio di noi solo” Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia (oltre alla Croazia), tre paesi con governi sovranisti e fortemente interessati a difendere la produzione locale di auto con motori a combustione”. L’autore, che scrive anche su riviste internazionali e certo non è di destra destra come il nostro governo (copyright New York Times), sostiene che insomma la nostra posizione di coda nell’acquisto di auto a zero emissioni dipende anche dallo scetticismo di Salvini e compagni sul tema, come da recente battaglia contro a Bruxelles.
“Più che culturale, la questione è politica”, annota l’autore. Figurati se Musk non lo sa. Sarà scarso in storia antica, ma su quella contemporanea è imbattibile anche perché, come direbbe Prezzolini, “i furbi non usano mai parole chiare, i fessi qualche volta”.
In effetti, parlando di fessi, il primo che mi viene in mente è uno che menzioni nell’articolo