Negli ultimi giorni sono stati comunicati i risultati del primo trimestre del 2013. Con poche eccezioni (Ford), gli utili delle Case automobilistiche registrano cali vistosi, a cominciare dal gruppo Volkswagen (-38%), a Daimler (-60%), a Fiat-Chrysler (-88%).
Perfino i coreani di Hyundai mostrano profitti in calo (-15%) per il secondo trimestre consecutivo. I francesi (Renault, Psa) non pubblicano gli utili (o perdite) trimestrali, ma il loro fatturato scende a doppia cifra percentuale.
Eppure tutti i costruttori imputano il calo a fattori straordinari, ribadiscono la loro determinazione a centrare gli obiettivi fissati ad inizio anno, e mantengono le previsioni sia di profitti che di volumi. Sarà… ma l’impressione è quella di un ‘effetto spazzaneve’, con i problemi che vengono spostati in avanti ma che man mano si accumulano. Ed in ogni caso le trimestrali hanno confermato alcune tendenze irreversibili.
La prima è che Volkswagen -nonostante il nome- è diventato di fatto un costruttore ‘premium‘. Oltre l’80% degli utili del gruppo provengono da Audi, Porsche e Bentley. La seconda è che gran parte delle Case, soprattutto europee, cercano disperatamente di ridurre la dipendenza dal mercato domestico, ma la loro capacità di generare il ‘cash flow’ necessario per finanziare gli investimenti nei mercati in crescita risulta penalizzata dalle pesanti perdite che stanno subendo. La terza è che indistintamente sono tutti vittime della ‘sindrome cinese’. La corsa ad investire nel mercato più grande del mondo non sembra accusare rallentamenti anche se esistono segnali di potenziale discontinuità nella crescita della domanda.