L’auto è l’oggetto più conservatore. Chi per primo ci mette le mani addosso vince. E Google lo ha capito molto bene. Parlo dell’auto a guida autonoma. Non tanto per il veicolo in se quanto per lo sviluppo che potrebbe avere: in molti hanno infatti trascurato che Google ha investito circa 258 milioni di dollari in Uber, una compagnia di noleggio con autista che funziona tramite una semplice App e che ha provocato reazioni tra i tassisti di tutto il mondo. Italia compresa. Grazie a questo accordo presto alcune città, californiane per prime, potrebbero essere invase da centinaia di taxi-robot. A quel punto un veicolo a guida autonoma potrebbe diventare un oggetto normale come un semplice tram.

Non solo. I Google glass (indossati nella foto da Sergey Brin, uno dei due fondatori) sono la killer application di tutti i dispositivi oggi montati a bordo di un’auto e sui quali l’industria automobilistica fa parte dei suoi profitti: oggi, come si legge dalle cronache, chi li usa alla guida viene multato, non è un caso però che Mercedes stia già lavorando, insieme a Google, a integrare i “glass” con il sistema di navigazione delle sue auto. Meglio partner che rivali.

E gli altri? Per ora le varie Microsoft, Apple e Samsung sembrano accontentarsi dell’ultima infornata di utili del terzo trimestre 2013 derivata dal più tradizionale mercato IT, smartphone e tablet. I numeri d’altronde farebbero sognare qualsiasi industria automobilistica: Microsoft utili di 5,34 miliardi di dollari (+17%), Samsung 5,6 miliardi (+26%) e Apple 7,5 miliardi (-8,5%). In realtà anche per loro l’auto è un’occasione di business, per ora però limitato alla parte di intrattenimento e connettività: Microsoft con Ford (chissà cosa potrebbe succedere se Alan Mulally, attuale numero 1 di Ford, si trasferisse proprio a Microsoft …) e Samsung (anche tramite Android di Google) con i coreani di Hyundai e Kia. Resta per ora fuori della partita Apple. Fino a quando?

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