C’è un Paese dove Volkswagen piange e Fiat non ride. Accade in Brasile. I dati sulle vendite di marzo hanno provocato un mezzo terremoto: il mercato per Volkswagen ha segnato un brutto -15% con un arretramento del 27,6% e immatricolazioni dimagrite, rispetto a marzo 2013, da 52.100 a 37.700 pezzi e una quota di mercato sgonfiata dal 19,44 al 16,51%. Fiat – leader del mercato da una dozzina d’anni e in perenne duello con Wolfsburg – non ne ha approfittato e ha perso oltre 5.000 immatricolazioni mensili fermandosi ad un totale di 53.700 (-8,5%), anche se, a differenza dei tedeschi, ha visto aumentare la quota di mercato dal 21,9 del marzo 2013 al 23,5% grazie ai veicoli commerciali (27,8% del loro comparto).

Se i dati di marzo rompono l’eterno schema del duello italo-tedesco in terra carioca assegnando per una volta un punto netto a favore del Lingotto, è altrettanto vero che entrambe le case sono finite su una china discendente. Il che, tradotto in soldoni, vuol dire una cosa sola: riduzione dei margini. Tre paroline più pesanti per Fiat che per Volkswagen. Il Lingotto infatti,  in perdita in Europa, negli anni scorsi si è tenuto a galla oltre che per l’operazione Chrysler proprio per la gran quantità di profitti raccolti in Brasile. Non a caso Sergio Marchionne a Ginevra non ha nascosto la preoccupazione per i conti dell’America Latina anche se poi l’ha smorzata parlando di un possibile ritorno a margini a doppia cifra a partire dal 2017.

Fatto sta che il “marzo brasiliano” avrà pesanti riflessi sulle strategie di entrambi i gruppi.

Volkswagen infatti nel primo trimestre ha venduto in Brasile 136 mila vetture (17,5% del mercato). I tedeschi non solo hanno subito il sorpasso di Gm (137.000 immatricolazioni) ma perdono terreno nel secondo mercato al mondo per il marchio Volkswagen che vende in Brasile più che in Germania.  A questo punto è già chiaro che l’obiettivo “1 milione” non sarà raggiunto in Sud America neanche quest’anno dopo che nel 2013 Wolfsburg si è fermata a 908 mila immatricolazioni continentali, 682.000 delle quali nel mercato verde oro. Le delusioni brasiliane si aggiungono all’opaco andamento nel Nord America (ne avevamo scritto in questo post) dove, se Audi migliora, il marchio Volkswagen segna un -7% trimestrale negli Usa e un -11% in Canada. Brasile e Nord America, insomma, ostacolano il raggiungimento dell’obiettivo delle 10 milioni di vendite che Martin Winterkorn vorrebbe agguantare nel 2014, con 4 anni di anticipo sul previsto.

Per Fiat, invece, il trimestre carioca segna 175 mila immatricolazioni con una quota del 22,5%. Rispetto ai primi tre mesi del 2013 le vendite sono diminuite di circa 15.000 unità  in numeri assoluti. Non è un dramma. Ma è assai probabile che prosegua il calo dei margini iniziato nel 2013 in tutta l’area. L’anno scorso infatti, in Sud America Fiat è andata in rosso nell’ultimo trimestre pur segnando un utile operativo annuo di 620 milioni di euro, inferiore del 41% al miliardo e rotti incassato nel 2012 (-33% tenendo conto della svalutazione del real). In Argentina Fiat sta facendo meglio del mercato, ma è evidente che c’è qualche nervosismo per i dati finanziari di Fiat America Latina che saranno diffusi con la prima trimestrale del 2014.

Sia i tedeschi che gli italiani stanno però correndo ai ripari. Aprendo l’ombrello prima del diluvio, già lo scorso 24 marzo il responsabile di Volkswagen do Brasil, Thomas Schnall, ha annunciato un incremento dei già massicci investimenti del piano 2014/2018, portati a quota 3 miliardi di euro per avviare tra l’altro l’assemblaggio in loco dell’Audi A3 e di una nuova famiglia di motori. Fiat invece ha lanciato nuovi modelli e ha avviato una radicale ristrutturazione dei cinque impianti brasiliani di Magneti Marelli con l’obiettivo di appiattire i costi delle forniture. Ma l’asso nella manica di Sergio Marchionne è il nuovo stabilimento di Pernambuco che dovrebbe iniziare a sfornare nel 2015 una versione della Jeep Renegade (progetto 521) e un pick-up più grande dello Strada su piattaforma B-Wide, quella della 500L.

E gli altri? Il Brasile finanzia fino all’85% delle spese per chi apre nuove fabbriche. E così, dopo i coreani di Hyundai che con un nuovo impianto si sono accaparrati il 7% del mercato, anche Nissan, Suzuki, i cinesi di Chery e un premium come Bmw, stanno costruendo catene di montaggio. Una corsa che non si è fermata neanche di fronte alla cura a base di antibiotici che la banca centrale sta infliggendo all’economia brasiliana (il 3 aprile il tasso di sconto è stato alzato per la nona volta in due anni ed è arrivato all’11%) per stroncare il ritorno dell’inflazione (5,9% a dicembre).

Commenti
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    Vorrei sottolineare anche la situazione del Venezuela dove FCA e Iveco avevano una presenza importante e FCA stima una perdita di 130 milioni di dollari oltre ad aver fermato la produzione.
    Per VW la situazione non è semplice, in Brasile, avendo bloccato le vendite del Combi senza un adeguato sostituto e sbagliando approccio nell’introduzione della UP!. Negli US molti criticano il nuovo modello passat e il continuo cambiamento dei vertici. Tra le altre cose vi è il richiamo dei 3 modelli più importanti di VW in US prodotti dal 1 febbraio 2014: aprile non sarà un bel mese per le vendite.

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    Ho controllato meglio i dati brasiliani. Fiat ha venduto 4058 veicoli in meno nel primo trimestre e non 15.000. Considerando poi che ha venduto più lvc, che hanno margini maggiori rispetto alle auto, i margini non sembrano poi così compromessi. Diversamente VW ha venduto 45000 in meno nel primo trimestre. La differenza mi sembra netta.

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    Caro Massimo,
    grazie per l’attenzione. I dettagli che fornisci, però, mi paiono confermare senso e contenuto del mio articolo.

    Nel pezzo ci sono fin troppi numeri e sono pronto a riconoscere sviste, se ce ne sono. Sui dati trimestrali Fiat ho confrontato le cifre del trimestre 2014 Fenabrave e quelle riportate a pagina 12 della trimestrale Fiat del 29 aprile 2013 sul primo trimestre 2013.

    Ma, al di là dei numeri, quello che tu sottolinei è il diverso andamento di Fiat e Vw in Brasile. Una chiave di lettura che nel pezzo emerge fin dalle prime parole: “Vw piange e Fiat non ride”. Riporto la notizia del sorpasso di GM su Vw e la grande differenza di quote di mercato trimestrali fra il Lingotto (22,5%) e Wolfsburg (17,5%). Nel primo capoverso infine scrivo: “Se i dati di marzo rompono l’eterno schema del duello italo-tedesco in terra carioca, assegnando per una volta un punto netto a favore del Lingotto, è altrettanto vero che entrambe le case sono finite su una china discendente”.

    Dov’é lo “scandalo”? Nelle previsioni sui margini di Fiat? Lo stesso Marchionne a Ginevra ha rispiegato ai giornalisti l’importanza dell’utile sud americano per Fiat. Importanza marginalmente molto superiore rispetto a quella di Vw che, pur di fronte a una fase tremenda sia nel Nord che nel Sud America, sul versante degli utili può contare su leve robuste e collaudate come Cina, Audi e Porsche.

    In breve: ho riportato le difficoltà di Wolfsburg in Brasile e la vittoria relativa del Lingotto che però è una rosa con parecchie spine perché il Brasile non è più un Eldorado per nessuno. Allora proprio i dati brasiliani, così articolati, dimostrano quanto sia superata la polemica fra “fiattari” ed esterofili. Se questa fosse la tua stella polare, beh, è una polemica che non merito e alla quale mi sottraggo.

    Diodato Pirone

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    La ringrazio per la risposta. Le mie modeste osservazioni volevano solo aggiungere spunti al suo articolo. Mi ritrovo molto nel suo pezzo, le precisazioni sui numeri è dovuta al fatto che seguo l’andamento del mercato brasiliano e non solo del gruppo FCA. Non sono interessato alla polemica fra fiattari ed esterofili, che trovo piena di pregiudizi e luoghi comuni. Per dirla tutta il mio interesse verso il mondo Fiat nasce con l’avvento di Marchionne alla guida di Fiat, sulla rottura di un sistema di potere e sulla capacità o meno di colmare un gap che è insieme industriale/tecnologico e culturale.
    Quindi nessuna polemica, spero di poter ancora mettere i puntini sulle i, se ne vedo l’opportunità, sapendo io per primo che a volte sbaglio anche solo nell’esporre le mie idee.
    E le assicuro che, mai mi permetterei di giudicare persone, che non conosco, mi interessa il confronto delle idee.

    […] a livello di gruppo nel primo semestre sono sostanzialmente statiche, con una performance assai negativa in Sudamerica (-24%). Complessivamente, VW ha venduto nel periodo 3,8 mln autovetture, con un utile operativo di […]

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