A giugno lo avevamo lasciato in qualità di capo di Stellantis Sud-America sorridente e abbracciato al presidente brasiliano Luiz Lula in visita nella fabbrica di Pernambuco nel sottosviluppato nord est carioca. E ora, all’inizio dell’autunno, lo troviamo catapultato a Auburn Hills, Michigan, a capo della Jeep.

Strano destino quello dell’ingegner Antonio Filosa, napoletano d’origine ma laureato nel 1999 al Politecnico di Milano, l’unico manager italiano ex Fiat che sta inanellando una brillante carriera nella Stellantis di Carlos Tavares.

Che Filosa fosse destinato a un salto di carriera non era un segreto per nessuno. Un capo d’azienda sobrio come Tavares, parco di complimenti, lo scorso 26 luglio presentando i risultati del primo semestre, lo aveva coperto di elogi senza nominarlo. “Il Sud America è ormai il terzo polo produttivo di Stellantis assieme all’America e all’Europa e questo vuol dire che siamo più solidi e più protetti da possibili crisi”, aveva sentenziato Tavares.

I conti parlavano da soli. Un utile semestrale di quasi 1,1 miliardi nonostante l’iperbolica inflazione argentina e vendite modeste (420 mila pezzi) rispetto a Usa  e Europa. Magnifico il margine: 14,1%. Un livello da marchi premium assai significativo perché raggiunto con veicoli onesti ma certo non blasonati come il popolarissimo furgoncino Fiat Strada.

Filosa è stato capace di far adottare ai brasiliani il marchio Fiat che da solo copre quasi una immatricolazione ogni quattro nel mercato carioca. E sempre in Brasile con appena tre modelli (Renegade, Compass e Commander) Jeep ha raggiunto il 6,5% del mercato, quota molto più alta che negli Stati Uniti.

Ora però l’ingegnere napoletano si trova per le mani una bella gatta da pelare. Il suo predecessore in Jeep Christian Meunier, francese, ha lasciato molti progetti nel cassetto fra i quali spicca la Recon, sorella minore della mitica Wrangler, che dovrebbe debuttare come Bev nel 2025. Tuttavia le vendite globali del marchio segnano un calo superiore al 10% e, soprattutto, pesa il mancato sfondamento in Europa. Jeep infatti in Francia e Germania non supera la risibile soglia dello 0,5% delle vendite totali e non viene percepita come marchio in grado di far concorrenza ai rivali premium.

Non solo. La sostituzione di un collega francese e l’affidamento della guida di un marchio iconico americano assegna all’investitura dell’italiano Filosa un sapore particolare nell’universo Stellantis.

Quando partì la fusione fra Peugeot e Fiat-Chrysler, il 16 gennaio 2021, su 43 top manager solo 18 venivano da Fca. Ora la fotografia del gruppo dirigente Stellantis è profondamente mutata rispetto alla provenienza dalle case-madri. Il Cfo ad esempio è una donna, Natalie Knight, assunta da una multinazionale alimentare. Hanno lasciato top manager ex Fca come Richard Palmer e Harald Wester.

Fra i manager di maggior peso con passaporto tricolore si segnalano l’ingegner Silvia Vernetti, recentemente nominata responsabile del Global corporate planning, Giorgio Fossati, con un ruolo nello staff legale, Luca Napolitano responsabile Lancia e Davide Grasso, capo di Maserati.

@diodatopirone

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