E così rivedremo la Citroen Mehari, precursora dell’auto per il tempo libero (qualcuno ci festeggiava il matrimonio, forse una sorta di addio al celibato/nubilato) e icona della leggerezza con la sua carrozzeria in termoplastica. Lo ha detto Linda Jackson, a capo del marchio francese, parlando al congresso di Automotive New Europe a Birmingham, per altro a due passi da casa sua. “Forse c’è posto per la Mehari, è una cosa che stiamo considerando”, ha specificato Jakcson, inserendola fra i modelli che potrebbero contribuire alla difficile costruzione del nuovo posizionamento di Citroen, alla sua “fun image“.

Chi ha oggi 30 anni non sa nemmeno cosa è la Citroen Mehari, essendo stata prodotta fra il 1968 e il 1987. In foto può sembrare un giocattolo, ma ai più giovani lettori posso assicurare che era un giocattolo molto più divertente di un Fruit Ninja o un Triviacrack sull’iPhone (dopo aver consultato un gruppo di ragazzini liceali con gli occhi appiccicati sugli schermi). Un giocattolo vero, la Mehari, con un’anima.

Adesso Linda Jackson fa sapere di pensare alla Citroen Mehari, dopo aver buttato lì tempo fa che il marchio potrebbe smetterla di chiamare le sue auto con i numeri e tornare ai nomi di fantasia. Qualcosa Jackson deve inventarsi e in fretta, perché le cose a casa Citroen vanno così così:  se le vendite mondiali del marchio l’anno scorso sono cresciute del 7,2%, nei primi cinque mesi del 2015 in Europa (Ue) Citroen si è fermato a un +0,4% e la Cina che ha soccorso nel 2014 le vendite dei francesi ha rallentato non poco e per tutti gli stranieri.

La portabandiera del nuovo corso, la Citroen Cactus, crossover originale  e intrigante oltre che con qualche difetto, resta un po’ un mistero di mercato: a Roma è raro incontrarla, Linda Jackson mi ha detto nel marzo scorso al Salone di Ginevra che in effetti l’Italia “è un paese difficile” ma che l’auto altrove va meglio. Intanto entro il 2022 il marchio dovrà avere solo 7 modelli dai 14 attuali, e Cactus è la capofamiglia di chi resta.

Torna la Citroen Mehari dunque? Certo è che la leggerezza del corpo vettura di allora dovrebbe essere insostenibile alle attuali prove di omologazione. Ci vorranno altri materiali senza che però costino troppo, perché l’argomento è tabù in Citroen e nel gruppo Psa.  Ma nulla mi impedisce di vergare al buio un bentornata nuova Mehari, se così pare.

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