Hyundai

Hyundai à la carte. Ibrida, ibrida plug-in ed elettrica. La stessa auto in tre versioni. Nessuno oggi fa altrettanto. I coreani, dopo aver presentato nei giorni scorsi il nuovo marchio premium Genesis, sarebbero ora pronti a lanciare un “new branddedicato alle auto più verdi, secondo quanto scrive il Korea Herald. Il progetto avrebbe la sigla AE e l’auto potrebbe arrivare a gennaio, con molta probabilità al Detroit Auto Show.

La nuova Hyundai rientra nel piano annunciato di portare a 22 i modelli “verdi” in gamma entro il 2020 (Kia compresa, che fa parte del gruppo): 12 ibride, 6 ibride plug-in, due elettriche e due auto a idrogeno. Il lancio arriverebbe al momento giusto per sfruttare le conseguenze del dieselgate di Volkswagen e il buon andamento del mercato americano.

Dietro c’è una sfida neppure tanto nascosta a Toyota. Se è vero però che nel mirino c’è la Prius, è altrettanto vero che la strategia “verde” di giapponesi e coreani è in alcuni punti differente. La nuova Hyundai avrà, almeno a sentire le indiscrezioni, le batterie al litio – polimeri (già adottate sulla Sonata ibrida plug-in che arriverà sul mercato il prossimo anno), tecnologia sulla quale Toyota ha invece diverse perplessità in termini di affidabilità e sicurezza (ne avevamo già scritto qui). La coreana sarà anche elettrica, versione solo a batterie che Prius non avrà, né – al momento – nessun’altra auto Toyota.

Su una cosa Hyundai e Toyota sembrano andare d’accordo: l’idrogeno. I coreani hanno consegnato solo in Europa oltre 250 iX35 con fuel cell. Un altro modello, come dicevo priva, sarà aggiunto entro il 2020. Toyota ha appena lanciato la Mirai e la stima è di arrivare a 100 unità l’anno sul mercato europeo. Meno di Hyundai? Può darsi anche se l’obiettivo al 2020 dei giapponesi è ambizioso: 30 mila auto a fuel cell entro il 2020 (compreso un modello Lexus anticipato dalla LF-FC).

Difficile dire chi ci creda di più e chi meno: di sicuro però i giapponesi sembrano voler sfruttare l’operazione anche dal punto di vista di marketing per mantenere il primato di industria “verde”, mentre Hyundai corre a fari spenti. Che sia anche un problema di comunicazione?  In Italia il ritardo delle infrastrutture non aiuta (entrambi). La sfida però è solo all’inizio.

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