C’è troppa preoccupazione nell’aria. Mi riferisco alla lettera dell’NHTSA, il National Highway Traffic Safety Administration degli Stati Uniti, secondo la quale i robot potranno essere assimilati a un qualsiasi guidatore. Gli appassionati, come racconta Monica nel suo post, tremano solo al pensiero.

Io la penso diversamente. Credo che qualsiasi innovazione che possa dare un contributo positivo alla vita di tutti quanti, debba essere accolta a braccia aperte. Per l’auto a guida autonoma, parlano i numeri della (in)sicurezza stradale.

Proprio oggi a Roma un pannello informativo mi ricordava che nella capitale ogni anno muoiono oltre 150 persone in strada. Chiunque guidi uno scooter in una grande città, conosce bene i comportamenti scorretti ormai della stragrande maggioranza di chi è alla guida. Come dice bene il collega Valerio Berruti, la freccia è ormai un optional. Ben vengano auto tutte uguali, ordinate, se vogliamo anche anonime ma terribilmente più sicure di un veicolo a stupida guida umana.

C’è bisogno poi di andare oltre il nostro orizzonte. Alzare lo sguardo. Pensiamo alla Cina, dove in molti non hanno mai avuto la passione per la guida, in centinaia di milioni non hanno la patente ma vivono con la necessità di spostarsi da una parte all’altra della città. Parliamo di miliardi di spostamenti che potrebbero essere soddisfatti da un veicolo a guida autonoma in sicurezza a zero incidenti. E magari anche senza emissioni.

Credo che nei prossimi anni (o decenni) assisteremo a livelli (step) di automatismi diversi a ogni latitudine: a Roma l’auto parcheggerà da sola (e forse sarà già un miracolo), a Berlino si potrà mandare una mail mentre si è in viaggio in autostrada, a Shanghai o a Los Angeles si andrà senza volante e pedali, … La strada però è stata intrapresa.

Se poi non si chiamerà auto ma in altro modo, non credo farà differenza. E’ il progresso e provare a fermarlo non ha senso. Meglio lasciare la paura per qualcos’altro.

Commenti
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    Quindi Google (e tutti i produttori di sistemi di guida autonoma) diventerà l’assicurazione gratuita di tutti? – Se, come giustamente hai scritto, è “l’evoluzione bellezza” e quindi mi togli pedali e sterzo, allora in caso di incidente paghi tu, Google.

    Lo credi realistico? Io no. Questo è il passaggio che secondo me difficilmente troverà soluzione. O magari la troverà nella firma di una liberatoria. Liberatoria che però non può valere per gli utenti della strada come pedoni e ciclisti che non l’hanno firmata… Oppure sì?

    PS non credo all’infallibilità della tecnologia, quindi non vale la risposta: obiettivo incidenti zero 🙂

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    L’idea è vendere l’auto a guida autonoma con assicurazione inclusa. D’altronde per incendio e furto lo fanno già. Così ti potrebbero convincere?

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    Sì ma non devono convincere me.
    Si tratta di stabilire a chi intestare questa assicurazione e chi debba rispondere in caso di incidente, soprattutto con feriti.
    Il produttore? Non accetterà mai.
    Il guidatore/passeggero a cui è stata tolta la possibilità di intervenire? Qualcuno potrebbe accettare, ma non tutti.

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    A parte l’enorme stupore e soddisfazione per il progresso tecnologico, io onestamente mi chiedo: a che serve l’auto a guida autonoma? Una parte crescente della popolazione mondiale (soprattutto quella più ricca credo) vive in agglomerati di milioni o decine di milioni di abitanti. Credo che le necessità di spostamento della popolazione andrebbero limitate (vedi telelavoro) e le rimanenti soddisfatte attraverso sistemi di mobilità pubblica o comunque collettivi. D’altra parte se si togli anche il piacere di guidare, alle auto di oggi così anonime e omologate cosa resta? A me pare sia una tecnologia fuori tempo massimo, a meno di non applicarla non so, agli autobus. Se poi per ragioni di business la si vuole spingere rispetto ad altre migliori (vedi il caso dell’ADSL) allora forse si, ha un futuro; tuttavia mi pare improbabile che possedere un’auto sia un ambizione o una necessità di massa da qui a quando queste tecnologie saranno disponibili su larga scala.
    Saluti
    CE

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